Falso il 75% del cibo italiano nel mondo
Il 75% dei prodotti agroalimentari italiani distribuiti nel mondo sono falsi. In altre parole, milioni di persone oggi anno pensano di comperare e mangiare prodotti originali italiani e invece vengono ingannati da falsi "vestiti" con confezioni piene di riferimenti al nostro Paese e da nomi che ricordano quelli italiani: Parmesan, Cambozola, Asiago del Wisconsin, pomodori Gattuso... Un fenomeno designato come Italian sounding che, secondo le più recenti stime di Federalimentare, è stato quantificato in un giro d'affari di oltre 60 miliardi di euro contro i 20 miliardi che le aziende italiane riescono a fatturare con i prodotti originali. Una situazione che appare leggermente meno preoccupante in Europa, dove, grazie alla registrazione dei marchi DOP, IGP e STG, il fenomeno appare limitato a un prodotto originale ogni due Italian sounding per un fatturato stimato di 13 miliardi di euro per i prodotti originali e 26 miliardi per i falsi. La vera sfida sembra si giocherà in Canada e negli Stati Uniti dove la mancanza di tutela legale dei nostri marchi porta un rapporto tra prodotti originali e contraffatti pari a 1 a 8. Rapporto che genera un fatturato di 3 miliardi di euro per i prodotti originali contro i 24 miliardi di quelli italian sounding. Una montagna di soldi che trova riscontro in percentuali sconcertanti: il 97% dei sughi per pasta sono imitazioni; il 94% delle conserve sott'olio e sotto aceto italian sounding è falso come lo sono il 76% dei pomodori in scatola e il 15% dei formaggi. E così, per tutelare i prodotti agroalimentari italiani all'estero, ecco che Assistgroup ha ideato il progetto TrueItalian. Una strategia sviluppata con il sostegno di Buonitalia Spa, in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e con AICIG, con l'obiettivo di svolgere un'opera di informazione e sensibilizzazione anticontraffazione direttamente sul campo. Il compito di TrueItalian diventa quindi insegnare a distinguere il vero prodotto enogastronomico italiano dal falso e per questo, dopo aver fatto tappa a Vancouver e a Seattle, dall'8 al 18 gennaio una delegazione italiana sbarcherà al Fancy Food Show di San Francisco, il più importante evento enogastronomico d'America. E per l'occasione Assistgroup sta studiando un innovativo progetto per consentire al consumatore di distinguere un prodotto originale da uno falso: un ologramma leggibile con il telefonino. «Stiamo studiando un sistema di certificazione a prova di contraffazione per i prodotti DOC, DOP e IGP italiani nel mondo: un ologramma che può essere letto con uno smartphone, proprio come un codice a barre, e che non può essere duplicato - spiega Gianni Prandi, presidente di Assistgroup - Negli ultimi sei mesi, in collaborazione con due laboratori americani, uno a Minneapolis e l'altro a Chicago, abbiamo fatto significativi passi in avanti. Il brevetto per l'innovativo sistema di certificazione, che si chiama Tdc, è già depositato negli Stati Uniti, dove fra nove mesi circa il 75% dei cittadini avrà un telefonino di nuova generazione». Un'iniziativa privata dal costo che sfiora gli 8 milioni di euro ma che potrebbe mettere definitivamente fine alla contraffazione dell'Italian sounding.