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Di Mario, presidente del neonato Osservatorio sulle attività economiche ecosostenibili: più sinergie tra aziende e istituzioni

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Investimenti in espansione. Il mercato delle rinnovabili raddoppierà in 10 anni

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La«green economy» è in forte espansione, confortata anche dai decisi investimenti che i governi mondiali hanno destinato al comparto in occasione dell'approvazione di pacchetti di stimoli. Se in paesi come Cina, Stati Uniti e Germania l'economia sostenibile è già realtà, l'Italia sta lentamente iniziando a prendere coscienza del fenomeno. Pochi giorni fa, infatti, la detrazione fiscale del 55% per il risparmio e la riqualificazione energetica degli edifici è stata confermata anche per tutto il 2011. Un provvedimento fondamentale per supportare il settore e per generare un indotto di posti di lavoro connessi alle diverse ristrutturazioni. «In Italia manca ancora, però, una strategia globale, che coinvolga a pieno titolo le imprese della green economy e che consenta l'apertura di canali di dialogo preferenziali con le istituzioni per una sinergia che può apportare benefici considerevoli allo sviluppo economico e ambientale del nostro Paese». La ricetta adatta è stata così individuata da Raffaele Di Mario, presidente del neonato Osservatorio Nazionale Attività Economiche Ecosostenibili (Onaee), che si propone come punto di aggregazione per le imprese impegnate nell'economia «verde» e come casa comune per chi ha intenzione di sviluppare iniziative volte a una capillare diffusione del fenomeno. Una rivoluzione che sia prima di tutto culturale e che stimoli fattivamente anche la politica. «Molte imprese italiane sono già pronte - sottolinea Di Mario -, hanno già investito o si stanno accingendo a farlo, e adottano quotidianamente comportamenti e procedure ecosostenibili in grado di ridurre l'impatto ambientale. Quello che evidenziano, però, è la mancanza di un articolato piano di comunicazione che promuova le innovazioni del settore». Anche a questo scopo nasce l'Onaee, che ha già raccolto le prime adesioni di imprenditori che operano nel settore dell'edilizia e del turismo alberghiero e congressuale. «Vogliamo farci promotori - evidenzia il numero uno dell'Osservatorio - di una cultura economica che faccia della natura una virtù da seguire. La nascita di un organismo aggregatore può contribuire fattivamente in tal senso, facendo da mediatore tra politica e imprese e cercando di sensibilizzare le istituzioni nei confronti di un mercato che sia sempre più sostenibile. Promuoveremo prassi aziendali e comportamentali che hanno una forte connotazione ambientale. Ma, prima di tutto, è necessario far conoscere a fondo quali sono le richieste delle imprese per uscire dalla crisi e riavviare l'economia: a questo scopo incaricheremo un istituto demoscopico per un lavoro di analisi capillare di informazione che coinvolgerà le aziende italiane». Il settore è in forte espansione: le ricerche prevedono che nel prossimo decennio il mercato mondiale dell'economia «verde» vedrà raddoppiare i propri introiti, toccando cifre che potrebbero superare i 2.500 miliardi di dollari. Non si tratta solo di fotovoltaico o eolico. Opera nell'economia sostenibile anche chi si occupa di smaltimento di rifiuti, di gestione del ciclo delle acque, di mobilità sostenibile, di bioedilizia, di agricoltura biologica. In Europa, è la Germania a fare la parte del leone: nel giro di vent'anni gli operatori della green economy potrebbero operare il sorpasso nei confronti della sommatoria di coloro che lavorano nel settore delle macchine utensili e in quello dell'auto.

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