Leonardo Ventura Come premier li sostiene, come investitore li comprerebbe: Silvio Berlusconi ha giocato il ruolo di grande sponsor degli eurobond al vertice Ue di Bruxelles, anche se l'esito della sua campagna di sostegno è ancora incerto.
Almenoper ora. «Gli eurobond sono titoli del debito pubblico di tutta Europa: io li comprerei subito più che comprare i titoli di un singolo paese perché è l'Europa che dà la garanzia», ha assicurato Berlusconi in nottata, dopo aver posto la questione ai colleghi europei. Il premier italiano ha potuto contare sull'appoggio del primo ministro del Lussemburgo, e presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker e del premier portoghese Josè Socrates. Intervenendo al giro di tavolo, Berlusconi ha sostenuto che il lancio di eurobbligazioni è un'ipotesi che «merita di essere studiata nella sua fattibilita». Il premier ha difeso gli Eurobond come «un meccanismo che è giusto approfondire e studiare». «Ovviamente, Berlusconi è consapevole che la proposta non è per l'oggi o per il domani, ma ha tempi piu» lunghi», hanno precisato i suoi collaboratori. Affinché il progetto possa prendere il largo, bisogna prima convincere la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. La prima, ha ribadito ieri di ritenere questa proposta «non realistica». Il secondo è stato ancora più tranchant: «adesso non ha senso», ha tagliato corto. Ma l'ottimismo del cavaliere è arduo da spegnere. «Gli eurobond devono maturare», ha riconosciuto Berlusconi, prima di lasciare Bruxelles. «Ma lo faranno perché ritieniamo che sia un sistema ottimo», ha martellato il premier, secondo il quale le euro obbligazioni potrebbero portare ad una liquidità europea, pari a quella rappresentata dai bond americani. L'insistenza ha aperto qualche spiraglio. «Se è un'idea valida maturerà», ha detto il presidente della Ue Herman Van Rompuy. «Le idee valide devono maturare e prima di arrivare a delle conclusioni bisogna vagliarne tutti gli aspetti», ha concesso. Più pessimista Juncker, forse perché scottato dallo scontro frontale sulla questione con la Merkel che nei giorni scorsi ha accusato di «anti-europeismo». «Contro questa idea c'è una resistenza enorme», ha riferito il capo dei ministri delle finanze dell'Eurogruppo. «Non credo che questo tema ritornerà presto sul tavolo dei negoziati», ha aggiunto Juncker.