Il piano per aumentare l'efficienza delle Generali soprattutto in Italia continua senza sosta sotto la regia del presidente Cesare Geronzi
Così,chiusa la partita del country manager per il Paese, con la designazione di Paolo Vagnone e la sua investitura ufficiale nel cda del prossimo 16 dicembre, Generali si appresta a riempire altre due caselle del nuovo organigramma: il responsabile degli investimenti (Cio) e il responsabile dei rischi (Cro). Ad annunciare nuovi inserimenti legati alla riorganizzazione elaborata da Boston Consulting e approvata dall'esecutivo della compagnia è stato proprio Geronzi che ieri a Milano ha incontrato i dipendenti anziani. «Le innovazioni non si concludono con l'introduzione del country manager. Questa costituisce un importante tassello, ma non rimarrà isolata», ha osservato indicando che «si dovranno introdurre altre essenziali funzioni». «Soprattutto a livello di holding, si tratta delle funzioni di Chief investment officer e di Chief risk officer, essenziali in un contesto di pesi e contrappesi, ma anche - ha sottolineato - di tempestività delle decisioni. Vanno, poi, puntualizzati i riporti, e le connesse attribuzioni dei referenti, e le autonomie, definite le eventuali forme di raccordo collegiale interno», ha aggiunto chiarendo che «chi decide non controlla e chi controlla non deve decidere». Poi il presidente del Leone ha parlato di «tempi non lontani» per introdurre le due nuove figure. Philippe Setbon, attuale responsabile degli investimenti finanziari del gruppo è destinato, senza che siano necessari altri passaggi nel comitato esecutivo o nel Cda, ad allargare le sue competenze a quelli immobiliari, andando a ricoprire il ruolo di Cio nel quale continuerà a rispondere al direttore finanziario Raffaele Agrusti. In base alle regole di Solvency 2 verrà poi introdotta la figura di Chief risk officer col compito di informare il board, al quale riporterà direttamente, dei rischi assunti dal gruppo. Intanto giovedì «al cda sarà portata anche la risposta alla nota dell'Isvap, di cui tanto si è scritto enfatizzandone la portata, che conterrà risposte esaurienti», ha dichiarato Geronzi riferendosi alla lettera dell'autorità che ha chiesto la doppia firma, e non solo quella del group Ceo Giovanni Perissinotto, sulle operazioni urgenti superiori ai 100 milioni di euro.