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La spaccatura nel sindacato dei metalmeccanici è profonda e incolmabile.

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Nellostabilimento del Lingotto si sono tenute le assemblee. La Fiom ha comunicato di aver raccolto 2.500 firme per dire sì all'investimento da un miliardo annunciato da Marchionne ma no al modello Pomigliano. Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom, accende la miccia: «Per noi comincia la guerra totale a Marchionne. Quello della signora Marcegaglia è un atto di sudditanza tale che dovrebbe fare indignare non solo i sindacati e i lavoratori, ma anche gli industriali. Ha deciso di sciogliere la Confindustria». Diversa la reazione di Fim e Uilm che sono pronti a discutere la proposta della Fiat magari con la garanzia della transitorietà delle soluzioni per le newco. «La priorità della Fim Cisl - dice il numero uno Giuseppe Farina - è sempre stata e resta quella di riprendere la trattativa su Mirafiori e di concludere l'accordo sul progetto industriale. Siamo disponibili a prevedere anche una soluzione transitoria per le newco». Farina poi conferma l'interesse ad approfondire il tema di una disciplina specifica per il settore auto. Apertura e disponibilità a discutere anche dalla Uilm. L'importante, dice il segretario generale Rocco Palombella, «è superare questa dannosa fase di stallo per la trattativa di Mirafiori. È utile individuare una specifica disciplina per il settore auto, così come previsto dal contratto collettivo nazionale».

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