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Allarme mutui in Italia

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IlGovernatore Draghi nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria presentato lunedì scorso il problema lo aveva sottolineato: «Ci sono preoccupazioni per una rapida crescita dei mutui a tasso variabile, specie quelle a meno abbienti che prima della crisi si sono indebitate». Un primo campanello d'allarme rinforzato ieri da uno studio di Bankitalia che entra ancora di più nello specifico segnalando che le famiglie italiane che decidono di fare un mutuo sono il 13,1% sul totale a testimonianza del fatto che la voglia di mattone continua a essere ancora alta per li italiani. Ma circa una volta su venti i debiti accesi non sono rimborsati alla scadenza. Quasi il 5% delle famiglie sottoscrittrici di un mutuo, infatti, si sono rilevate insolventi. È questo «il valore più alto, insieme a quello della Spagna, tra i sette Paesi europei analizzati» (tra cui Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Olanda e Irlanda). Lo studio che si intitola «L'incremento dell'uso di politiche di prezzo basate sul rischio per i mutui in Italia» è stato condotto da Silvia Magri e Raffaella Pico della Banca d'Italia, utilizzando i dati dell'indagine Eu-Silc (Community Statistics on Income and Living Conditions) raccolti da Eurostat nel 2007, l'anno di avvio della crisi finanziaria che non è ancora terminata. A saltare più facilmente l'appuntamento con il rimborso secondo il dossier sono i genitori-single con figli, i precari con un contratto temporaneo, i senza-lavoro e le persone a basso reddito. L'Italia, con un 4,9% di famiglie che non riesce a pagare le rate, è già ai massimi - insieme con la Spagna - tra i sette paesi europei esaminati dall'indagine. Così un disoccupato su cinque di quelli che hanno contratto un mutuo non riesce ad onorare il proprio debito (il 19%): basta guardare Oltralpe per scoprire che il tasso di insolvenza per i disoccupati francesi si attesta invece al 5,4%, segno evidente che le politiche di sostegno trovano in Francia un riscontro positivo. Ma non è necessario perdere il lavoro per trovarsi in difficoltà. Tra gli italiani che hanno un contratto part-time la percentuale di non pagatori è all'8,5% e si ferma al 7,9% per chi ha un contratto di tipo temporaneo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sono i giovani a trovarsi in difficoltà, bensì le famiglie con un capofamiglia tra i 45 e i 54 anni: 6,1% è la percentuale di insolvenza, contro il 2,8% degli under-35. Tengono invece i pensionati con 3,7 casi su 100 di persone che non riescono a pagare la rata. Anche la tipologia di famiglia influisce: un genitore-single su 10 di quelli che hanno i mutui entra nella trappola del default, mentre la percentuale scende al 6,3% se ci sono entrambi i genitori. Inutile dire che se il reddito è basso, poi, il rischio di non riuscire a pagare è ancora più alto: il 14,5% di coloro che appartengono ai cittadini a basso reddito si trovano poi nell'impossibilità di versare la rata del mutuo.

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