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Tremonti non molla l'Eurobond

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Lanotizia positiva che arriva dal vertice Ecofin è anche forse l'unica. E cioè che i ministri finanziari della Ue hanno dato il via libera definitivo al piano di aiuti per l'Irlanda: 85 miliardi di euro, di cui 35 andranno per la ristrutturazione della banche. La prima tranche di prestiti Ue-Fmi arriverà a metà gennaio. Nulla di più visto che gli altri pezzi della strategia anticrisi dell'Eurozona sono rimasti lettera morta. Dopo il no di Berlino sulla proposta di aumentare il Fondo salva-Stati (fortemente voluta da Bce ed Fmi) e su quella di emettere eurobond attraverso un'Agenzia europea del debito (lanciata da Juncker-Tremonti), tutto viene passato direttamente ai capi di Stato e di governo, che si riuniranno la prossima settimana a Bruxelles in un vertice che si preannuncia come uno dei più difficili degli ultimi tempi. La mancanza di decisioni immediate, però, ha provocato la reazione del Fmi, per il quale la risposta alla grave crisi dei debiti sovrani in Europa è ancora insufficiente: e ciò non fa che aumentare i rischi di contagio. Ma il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, ha ribadito ieri la posizione già espressa all'Eurogruppo: «Non c'è alcun bisogno di aumentare le capacità delle riserve»°. Alla fine dell'Ecofin, però, alcuni ministri hanno sottolineato come le ipotesi di aumento del Fondo e di emissione degli eurobond restino entrambe sul tavolo: «Se ne discuterà certamente al Consiglio europeo della prossima settimana», ha detto il presidente di turno dei ministri finanziari della Ue, Didier Reynders. «È quello - ha aggiunto il ministro dell'Economia, Tremonti - il foro più adeguato per discuterne». Il ministro non crede a quella che sembra essere l'ennesima stroncatura degli eurobond: «È un'idea che viene da lontano e che andrà molto lontano», ha assicurato, replicando anche alle ferme obiezioni della Germania: «Per gli eurobond - ha detto - non serve alcuna modifica del Trattato Ue», come invece sostiene Berlino. L'Ecofin ha infine raggiunto l'accordo su una questione annosa, quella dello scambio di informazioni tra gli Stati membri in materia di conti bancari esteri, per aggredire il fenomeno dell'evasione fiscale che si nasconde dietro la pratica del segreto bancario. Soddisfatto Tremonti, che aveva ultimamente posto il veto sulla nuova normativa denunciando l'illegalità degli accordi bilaterali che molti Paesi della Ue continuano a stipulare con Paesi extra-Ue, vedi la Svizzera. «Con questa intesa - ha spiegato il ministro - crediamo che i tentativi di fare trattati bilaterali vengano stoppati». Sembrerebbe invece accantonata, almeno per il momento, l'idea di prevedere nell'immediato e in tutti gli Stati una tassazione anticrisi sulle banche.

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