Pressing sul debito italiano
Il premio di rendimento pagato dai Btp italiani decennali rispetto al bund tedesco ieri è volato a nuovi massimi almeno dall'introduzione dell'euro, toccando i 200 punti base. Record anche per i premi di rendimento spagnoli, che viaggiano a 270 punti base. L'emergenza è scattata nel primo pomeriggio quando, nonostante il buon esito dell'asta da sette miliardi di euro di titoli di Stato, il decollo dello spread Italia-Germania ha messo in ginocchio Piazza Affari dove l'indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 2,2%, maglia nera delle Borse europee. Il rendimento sul Btp decennale italiano è salito al 4,652%, massimo dal 4,698% del 16 febbraio 2009. Segno che l'entusiasmo per il varo del piano di salvataggio irlandese è già finito. Chiuso un fronte, dicono gli analisti, se ne apre un altro: i mercati stanno cercando di esercitare pressione su altri Paesi ad alto deficit e debito dell'area euro e il mirino si sposta su Spagna e Italia. «Hanno cercato di dare addosso all'Italia in relazione di un supposto non buon esito delle aste italiane» spiega un operatore. «Poi il risultato invece è stato buono e allora hanno cercato di spingere al ribasso di nuovo l'Irlanda, trascindosi dietro anche gli altri periferici. Il mercato è molto nervoso e volatile e la scarsità dei volumi, come al solito, esaspera i movimenti» dice un altro. Ora l'attenzione si sposta sulle aste spagnole di giovedì: ogni seduta d'asta di un paese periferico è l'occasione per vendere titoli di ogni tipo, sottolineano gi esperti. In sostanza il mercato dà per scontato che il Portogallo si rivolgerà al Fondo di salvataggio europeo e per questo le pressioni sono finite altrove, ad esempio sul debito italiano. Debito pubblico che sarà pari al 118,9% nel 2010, mentre raggiungerà quota 120,2% nel 2011 per poi scendere al 119,9% nel 2012. I dati sono contenuti nelle previsioni economiche d'autunno della Commissione europea, pubblicate ieri. «Dopo un aumento al 116% nel 2009, le proiezioni del rapporto debito-pil salgono quasi al 119% nel 2010. Si prevede che il debito continuerà ad aumentare nel 2011, con un picco attorno al 120%, e inizierà a diminuire nel 2012», scrive Bruxelles che si attende un deficit pubblico a fine 2010 del 5% del Pil, in progressiva discesa a 4,3% nel 2011 per arrivare a 3,5% nel 2012. Nella conferenza stampa a commento delle nuove stime, il commissario per gli Affari economici e monetario, Olli Rehn, ha sollecitato Roma a tenersi pronta ad agire contro slittamenti nel budget. «L'Italia rispetti con rigore i nuovi obiettivi fiscali», ha detto il commissario. Sul perché l'Ue preveda ancora un rapporto deficit/pil al 3,5% nel 2012, ovvero sopra la soglia del 3%, Rehn ha sottolineato che «è essenziale che, in caso di bisogno, siano prese misure addizionali per rispettare questi obiettivi». Quanto all'economia nel suo complesso, la Commissione Ue vede «un ritorno ai moderati tassi di crescita registrati prima della crisi», con una ripresa trainata quest'anno, ma anche i prossimi due, dalle esportazioni nette. Le stime di crescita del Pil sono a 1,1% per il 2010 (da 0,8% stimato a maggio nelle previsioni di primavera), ancora 1,1% nel 2011 e 1,4% nel 2012. Secondo i calcoli di Bruxelles, infine, la disoccupazione, dopo il picco di 8,5% registrato la scorsa primavera, rimarrà poco sopra l'8% per tutto il triennio di previsione.