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L'Italia resiste. Ma non ce la fa a ripartire

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Èquanto evidenzia il Censis nel «44esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2010». Davanti l'epocale crisi economica e sociale che ha caratterizzato il biennio 2009-2010, la società italiana è riuscita a resistere. «Abbiamo tenuto il livello dei redditi e dei consumi - si legge nelle considerazioni generali del Rapporto - negli ultimi mesi abbiamo una riemersione della fiducia in una per ora incerta ripresa; qualche sintomo di movimento comincia ad essere registrato, specie sul piano della presenza di tante nostre imprese nei mercati emergenti». Una resistenza, però, che «ci ha anche un po' consumato, facendo sorgere il dubbio che, anche se ripartisse a breve la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe spessore e vigore adeguati alle sfide complesse che dovremo affrontare». Il problema più grande rimane l'occupazione. Ben il 91% dei disoccupati di famiglie monoreddito in Italia sono da considerarsi a rischio povertà, contro il 32% del Belgio, il 55% della Spagna e il 75% del Regno Unito. La crisi sembra avere prodotto i suoi perversi effetti su una sola componente del mercato del lavoro, quella giovanile. «Nel 2009, tra gli occupati di 15-34 anni si sono persi circa 485.000 posti di lavoro (-6,8%) e nei primi due trimestri del 2010 se ne sono bruciati quasi altri 400.000 (-5,9%). Di contro, se si esclude la fascia immediatamente successiva, dei 35-44enni, dove pure si è registrato un decremento del livello di occupazione (-1,1% tra il 2008 e il 2009 e -0,7% nel 2010), in tutti gli altri segmenti generazionali, non solo l'occupazione ha tenuto, ma è risultata addirittura in crescita: è aumentata di 85.000 unità tra i 45-54enni (+1,4% tra il 2008 e il 2009) e di più di 100.000 tra gli over 55 (+3,7%). Rimaniamo un Paese di risparmiatori. Mattone, liquidità, polizze: sono questi i pilastri ai quali le famiglie si sono ancorate per resistere alla crisi. Nel primo trimestre del 2010 i mutui erogati sono aumentati in termini reali del 10,1% rispetto alla stesso periodo del 2008, superando i 252 miliardi di euro. Nella crisi le famiglie si sono quindi trincerate sul potere rassicurante del mattone e per farlo hanno ripreso anche a indebitarsi. Nel biennio è aumentata la liquidità detenuta dalle famiglie (+4,6% in termini reali i biglietti e depositi a vista, +10,3% gli altri depositi). Nei primi nove mesi del 2010 i premi per nuove polizze vita sono aumentati del 22% rispetto allo stesso periodo del 2009.

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