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L'Italia resiste all'attacco

Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Il primo colpo della speculazione internazionale è arrivato sull'Italia. Per ora, a parte la paura, il peggio è passato anche se le bordate potrebbero non essere finite. A vaticinarle è stato anche il Financial Times che nell'editoriale di ieri ha scritto che «la dura realtà è che il destino dell'Italia appare sempre più legato a quello della Spagna». Insomma la guerra all'Italia è dichiarata. Eppure nonostante la volatilità dei mercati finanziari globali il sistema italiano è «solido» e in grado di far fronte alle tensioni. Questo il messaggio arrivato dalla riunione ieri del Comitato per la stabilità finanziaria che riunisce le più alte istituzioni economiche italiane. Una rassicurazione alla quale si aggiungono i dati positivi sui conti pubblici. Il fabbisogno nei primi undici mesi del 2010 è migliorato di 11,8 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2009, attestandosi a quota 76,9 miliardi. Una mano è arrivata soprattutto dal «buon andamento delle entrate fiscali» ha spiegato il Tesoro. Che al tavolo del comitato, convocato per un aggiornamento sulla situazione dei mercati finanziari, ha visto oltre a Tremonti, il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, il direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni, il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini e il Commissario Vittorio Conti della Consob.  «In un contesto di accresciuta volatilità sui mercati globali, in particolare quelli dell'area euro, si è confermata la solidità intrinseca del sistema bancario e finanziario italiano e la sua capacità di fronteggiare situazioni di tensione»: così il Tesoro ha sintetizzato le conclusioni del Comitato che non fa cenno dunque a timori di contagio. Nella giornata di ieri a fare saltare i nervi era stata la notizia, trapelata dalla riunione di Tremonti con le Regioni sulla Finanziaria, di un allarme del ministro che avrebbe definito l'attuale situazione «indecifrabile», con «un fine settimana imprevedibile». Un momento di panico immediatamente sopito. Il Tesoro, e anche il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, presente alla riunione, hanno subito smentito la voce. A riportare ottimismo sono stati anche i dati sui conti pubblici: oltre alla buona performance del dato consolidato degli undici mesi, il fabbisogno registra anche un miglioramento per il solo mese di novembre. Più in generale notizie positive sono arrivate anche da un calo, dopo giorni di altissima tensione, del rendimento dei titoli di stato. Anche le Borse e l'euro hanno fatto segnare decisi rialzi. La forbice tra il Btp decennale e il Bund tedesco si è ristretta a 172 punti dal massimo storico negativo di 212 punti base, col rendimento che scivola al 4,50% rispetto al 2,78% del Bund. L'euro ha ripreso quota apprezzandosi fino a 1,3178 dollari da 1,2969 toccato ieri a New York, il livello più basso dal 15 settembre scorso. A rasserenare gli animi sono state alcune dichiarazioni del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, secondo cui «non va sottovalutata la determinazione» dell'Europa di spegnere definitivamente l'incendio della crisi dei debiti sovrani che da mesi divampa nel Vecchio Continente. Per i mercati ciò significa una estensione del programma di acquisto dei bond dei paesi periferici di Eurolandia da parte dell'Eurotower e si specula che le nuove misure verranno annunciate oggi nella riunione mensile dell'Istituto Centrale Europeo a Francoforte .

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