Generali lascia a piedi Bernheim
Hachiamato il suo autista di sempre. Quello che per anni lo ha accompagnato con l'auto di servizio delle Generali agli appuntamenti ufficiali. Questa volta però l'auto per il presidente, ormai onorario, Antoine Bernheim, non ci sarà. E alla Prima dell'Opera di Milano, il prossimo sette dicembre, l'ex numero uno della compagnia triestina dovrà arrivare in taxi o a piedi. Nessun atto di ostilità verso il francese ma solo il primo effetto operativo delle decisioni del cda del gruppo del Leone tenuto a Roma l'11 novembre scorso. Un board che, nell'ambito della politica di revisione dei benefici accordati al presidente onorario, gli ha tagliato una serie di facilitazioni come l'uso gratuito dell'appartamento di proprietà delle Generali a Venezia, l'ufficio nel centro di Parigi e la possibilità di viaggiare in Italia a spese della compagnia. Tutto finito. Certo Berheim non avrà problemi a finanziare con le sue risorse quanto perso. All'ex presidente resta, infatti, un vitalizio assicurato dalla società triestina pari a 1,5 milioni di euro che la compagnia gli aveva accordato nel 1999. Un impegno rimasto in piedi anche dopo la richiesta di un parere legale da parte del cda sulla effettiva sussistenza di un vincolo di pagamento perpetuo. E che ha confermato l'obbligo per Trieste. Anche per questo i consiglieri di amministrazione hanno deciso di rivedere i benefit accordati. Insomma nessun gesto di maleducazione verso l'ottantenne che per circa un decennio ha guidato le Generali, ma solo l'esigenza di razionalizzare le spese in un'epoca nella quale il controllo dei costi vale per tutte le realtà aziendali, anche per i colossi. Intanto a Trieste i dossier sul tavolo restano pesanti. In particolare si lavora alacremente alla definizione della nomina del country manager. Una figura manageriale che dovrà curare il business italiano e che vale circa il 30% del fatturato complessivo del Leone. Una scelta delicata e che vede una sottile contrapposizione tra i soci privati, cresciuti nel capitale negli ultimi mesi, che spingono per una persona di alto livello scelta all'esterno, e la dirigenza più legata a Trieste che vede meglio una soluzione interna con in prima linea Raffaele Agrusti, attuale direttore generale e cfo. Nelle ultime ore ci sarebbe stata un'accelerazione dell'analisi delle candidature. «Una scelta non semplice - spiega una fonte vicina al dossier a Il Tempo - anche perché di candidati con i requisiti per gestire un'attività così imponente non sono tanti sul mercato». In ogni caso il cda del 16 dicembre sarà quello risolutivo - confida la stessa fonte. Insomma non ci saranno ulteriori proroghe per portare a termine la riorganizzazione di Generali. Che passa anche per una rilancio della compagnia storica di Roma, Ina Assitalia. La rete di agenti ha più volte manifestato una certa insofferenza per la sua gestione come i budget assegnati senza rispettare le effettive potenzialità delle aree. E le condizioni di gestione non più remunerative.