Bene le misure anticrisi del Governo
Troppele imprese chiuse e poche le iniziative dei giovani. Anche se i provvedimenti presi dal Governo vanno nella giusta direzione» spiega a Il Tempo Paolo Galimberti, presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio. Va tutto male? Siamo abbastanza preoccupati per la situazione economica del paese. Nel 2009 la differenza tra aperture e chiusure di aziende è stata di 110 mila unità. E nel 2010, nei primi 9 mesi, il saldo ha segnato ancora un meno 61 mila imprese. Il problema poi si pone per i giovani. Categoria più a rischio degli altri. Sì. Soprattutto per quelli che vogliono fare impresa. L'incidenza delle aziende guidate da giovani è oggi al 6,3%. Nel 2008 la stessa percentuale era all'8,3%. Per non parlare della disoccupazione che tra gli under 30 è molto superiore al tasso medio. Come se ne esce? Occorre lavorare su tre direttrici. Primo la riforma dell'università, perché oggi abbiamo un sistema imperniato troppo su un'economia industriale e non sui servizi e sul terziario. Secondo, bisogna stimolare la nascita di nuove imprese e per farlo occorre togliere le barriere burocratiche che sono un doppio freno a mano. Infine bisogna favorire la crescita dimensionale delle imprese. Le medie rappresentano un'eccellenza nel panorama europeo, le micro hanno difficoltà a fare ricerca e innnovazione e sono quelle che vanno maggiormente aiutate a fare il salto per crescere. La soluzione? Defiscalizzare gli investimenti per ricerca e, solo per le microimprese, cancellare l'Irap. Un'autentica tassa sullo sviluppo, visto che la base imponibile sono gli oneri finanziari e il costo del lavoro. Il governo si muove? Lo abbiamo sollecitato su questi aspetti. E abbiamo riscontrato che ci sono segnali concreti. Mi riferisco ai 4 decreti presentati la scorsa settimana dal ministro della Gioventù con Berlusconi. Si tratta di uno stanziamento di 300 milioni veri. Buona parte dei quali messi a disposizione delle imprese e con una buona fetta per le aziende create dai giovani. Quali sono le altre preocupazioni? Sicuramente la preoccupazione per la finanza. Abbiamo espresso ieri a Draghi a Via Nazionale, in un tavolo con i giovani imprenditori di alcune confederazioni, tra le quali Confcommercio, che l'aumento dei tassi rende difficile l'accesso al credito e lo sviluppo. Per questo servono nuovi intermediari del credito come i venture capital per le piccole e medie imprese. Fil. Cal.