Il Sud riparte da 80 miliardi
Il Cav presenta il piano per il Meridione. Oggi al cdm i decreti collegati
.Con questa dotazione parte il Piano per il Sud messo a punto dal Governo e anticipato da Il Tempo martedì scorso. Fondi che serviranno a finanziare le infrastrutture, dalle ferrovie a nuove scuole, ma anche la fiscalità di vantaggio e a far decollare definitivamente la Banca del Mezzogiorno (martedì prossimo Poste e Bcc formalizzeranno a Unicredit l'offerta di acquisto sul Mediocredito Centrale per dare un'anima al futuro istituto). Uno schema condensato in un documento e due decreti, uno ministeriale e uno legislativo, che saranno oggi sul tavolo del consiglio dei ministri. Prima ci sarà il Cipe che dovrebbe sbloccare le risorse Fas destinate al Mezzogiorno. Il Piano è stato presentato ieri dal premier Silvio Berlusconi e da quasi l'intero governo alle parti sociali. Il Sud è «un problema nazionale», ha detto il presidente del Consiglio, annunciando «provvedimenti sostanziosi» e la «concentrazione di fondi su iniziative strategiche per non disperdere le risorse in mille rivoli». Questo Piano è «una parte qualificante, la base del Piano che l'Italia presenterà all'Europa», ha sottolineato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha annunciato «la costituzione della cabina di regia per il Sud» e ha assicurato che «il Piano verrà condiviso con le Regioni». Tra gli «elementi chiave» del Piano, come emerge dalla bozza del documento, figura la Banca del Mezzogiorno, progetto fortemente voluto da Tremonti, e il via ad un Fondo specifico per le Pmi (Jeremie) uno strumento a disposizione delle Piccole e medie imprese «che utilizzi i fondi strutturali europei». Ammontano a 12,5 miliardi di euro, invece, i fondi destinati alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e all'innovazione, si tratta delle risorse che rientrano nel'ambito della politica di coesione 2007-2013, relative alle sole Regioni dell'obiettivo Convergenza. Inoltre, si stabilisce di costruire «nuovi edifici scolastici», che vadano a sostituire strutture «inadeguate». Le risorse «potranno essere assicurate dagli investimenti coordinati dagli enti di previdenza e assistenza sociale».