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Dall'Irlanda è già effetto contagio

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L'effettocontagio della crisi irlandese si fa già sentire. Il rischio debito è tornato a salire per quei Paesi considerati meno solidi. I credit default swaps sul debito della Grecia sono schizzati di 36 punti, quelli sul Portogallo di 29,5 punti, sulla Spagna di 7 punti e sull'Italia di 4 punti. A questo si aggiunge l'andamento dei mercati che ieri con pesanti ribassi hanno mostrato di non credere più di tanto all'efficacia del piano di aiuti a Dublino pari a 80-90 miliardi di euro e che dovrebbe essere formalizzato entro fine mese. Il fatto è che la crisi finanziaria è aggravata dalla minaccia di una crisi di governo messo a dura prova dalla necessità di varare nuove drastiche misure di austerity. Il partito dei Verdi ha minacciato le dimissioni dal governo e il primo ministro ha annunciato nuove elezioni dopo la Finanziaria. Come se non bastasse, l'agenzia Moddy's ha annunciato che ridurrà il rating irlandese di parecchi punti. I mercati hanno sofferto questa situazione esplosiva reagendo con vendite concentrate soprattutto sui titoli bancari e chiusure negative. Piazza Affari, con il listino ricco di titoli creditizi, ha accusato la performance peggiore: il Ftse Mib ha perso l'1,93% e il Ftse all share l'1,73%. In rosso pure Londra (-0,91%), Parigi (- 1,07%) e Francoforte (-0,31%). Intanto Londra fa sapere che contribuirà agli aiuti con 8 miliardi di euro, ma restando fuori dal meccanismo di salvataggio europeo. L'Irlanda, pur accettando a malincuore gli aiuti Ue, resiste sulla mini-tassa del 12,5% alle imprese, quella che finora è stata il motore dello sviluppo del paese, attirando investimenti e capitali. La Commissione europea ha detto che spetta a Dublino la decisione su quali imposte agire. Francia e Germania però fanno pressing affinchè siano aumentate le imposte sulle società. Pesano sui mercati anche le notizie che vengono oltre Oceano. Il National Association of Business Economics (NABE) ieri ha pubblicato il suo rapporto sull'economia: il pil statunitense nel 2011 crescerà del 2,6%, con un tasso di disoccupazione attorno al 9%, e una modestissima ripresa dei consumi.

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