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I debiti possono affondare l'Europa

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L'eurocammina sull'orlo del baratro. La crisi del debito sovrano irlandese, che Dublino continua a dichiarare non catastrofica, mette a repentaglio la stabilità della moneta unica. Per questo ieri il presidente della Ue Van Rompuy ha rotto gli indugi e ha parlato di «crisi di sopravvivenza» per l'Europa. «Se non sopravvive l'Eurozona - ha affermato Van Rompuy - non sopravvive neanche l'Europa» Parole rivolte innanzitutto ai ministri di Eurolandia, riuniti a Bruxelles nel difficilissimo compito di fermare la gravissima crisi irlandese, con un deficit immenso che si avvicina al 32% del Pil soprattutto per effetto dei salvataggi bancari. E con gli spread tra i titoli pubblici e il Bund tedesco che hanno raggiunto livelli senza precedenti. Per ora però l'orgoglio celtico prevale sulla necessità comune di abbassare il livello di tensione sui mercato. E al momento Dublino rifiuta di chiedere aiuti per rimborsare i suoi debiti, ma lavora con Bruxelles, Bce ed Fmi a un piano di salvataggio delle proprie banche, a partire da Anglo Irish Bank. Le preoccupazioni, però, riguardano non solo Dublino, ma l'intera zona euro. Bisogna infatti evitare che la febbre irlandese contagi altri Paesi. A partire dal Portogallo, la cui situazione sembra aggravarsi di giorno in giorno, per arrivare alla Spagna e agli altri Paesi con un elevato debito pubblico. Senza contare che la situazione della Grecia appare ancora molto fragile, con una recessione che persiste e con i conti pubblici ancora fuori controllo. Il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, non ha nascosto la serietà del momento, pur invitando a non cedere agli allarmismi. L'Eurogruppo è pronto ad accogliere l'eventuale richiesta di aiuto da parte di Dublino (e se necessario anche di Lisbona), attivando per la prima volta il meccanismo salva-Stati da 750 miliardi di euro varato nel maggio scorso e targato Ue-Fmi. Ad essere attivato inizialmente potrebbe essere il fondo Ue da 60 miliardi di euro, su proposta della Commissione europea. In un secondo momento potrebbe poi intervenire lo European financial stability facility (Efsf), il cosiddetto Fondo salva-Stati basato in Lussemburgo e con una dote di 440 miliardi di euro. Possibile anche un intervento del Fmi previsto fino a 250 miliardi di euro

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