Niente accordo Bilancio Ue in bilico
.E il rischio ora è quello di un'Europa che per spendere deve affidarsi alla gestione provvisoria. Una opzione che di fatto bloccherebbe il funzionamento delle istituzioni comunitarie. Ieri dopo oltre quattro ore di Consiglio europeo straordinario sul bilancio è infatti svanito l'ottimismo. «Questo testo è un insulto al Parlamento» ha detto il commissario al Bilancio, Janusz Lewandowski, nel suo intervento pubblico in sede di Consiglio europeo straordinario, dopo quasi quattro ore di negoziati fallimentari per trovare l'accordo su un testo che garantisse il ruolo politico dell'Europarlamento alla luce delle nuove regole del Trattato di Lisbona in tema di bilancio. «Le conseguenze - ha aggiunto il commissario europeo saranno gravi per i beneficiari e creerà un clima di cattivo sangue nei prossimi mesi nell'Unione europea e tra i paesi che già sono in crisi». Secondo fonti comunitarie le delegazioni dei 27 paesi che hanno cercato di trovare una linea prima di affrontare il Comitato di conciliazione con Parlamento e Commissione, hanno ripetutamente consultato le loro capitali nel tentativo di trovare un accordo che smussasse la rigida posizione di paesi come Gran Bretagna e Svezia. Secondo altre fonti, la questione principale è quella delle «risorse proprie» che il Parlamento vuole siano garantire all'Ue. Il principale argomento sensibile sarebbe l'intenzione di annullare lo sconto britannico (che Margaret Thatcher si assicurò nel 1984 e che costa a tutti gli altri stati membri un aumento proporzionale dei loro contributi) e tutte le altre riduzioni di contribuzione di cui vari stati membri godono. L'Italia è tra i paesi delusi per il mancato accordo tra Stati. Una «delusione» a cui si sono accodati «almeno 15 Paesi». A ostacolare a qualsiasi apertura al ruolo del Parlamento sulla definizione delle «risorse proprie» sono stati i rappresentanti di Gran Bretagna e Olanda. A partire da gennaio, se non ci sarà accordo, rischiano di veder saltare i contributi per scuole, aziende, imprese, agricoltori e tutto ciò che l'Unione Europea normalmente finanzia.