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Fiat resta in Italia. E assume

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LeonardoVentura Non solo non se va dal Paese ma Fiat è pronta a far partire il piano di Fabbrica Italia se le condizioni di governabilità degli stabilimenti saranno garantite. Insieme a questo poi non manca anche un segnale positivo per il futuro. E cioè il contestuale avvio del piano per nuove assunzioni a Pomigliano già dal 2011. Sergio Marchionne, ad del gruppo del Lingotto, è sceso ieri a Roma per incontrare il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani e ha messo in chiaro il suo pensiero sulla politica della Fiat in Italia. Al ministro il manager ha chiesto di «non sorprendersi» dei dati sulle immatricolazioni («in linea con le previsioni» dopo il boom degli incentivi) e piuttosto, «di lavorare su Fabbrica Italia». Un piano da 20 miliardi di euro di investimenti in cinque anni, con l'obiettivo di raddoppiare la produzione nel Paese: «È una opportunità che il sistema Italia non può permettersi di perdere» ha affermato Romani. Che ha spiegato che l'ad del Lingotto non ha chiesto «assolutamente nulla, non vuole incentivi» perché «non crede in un mercato dopato». Da parte dell'azienda, ha evidenziato al termine del confronto, «c'è la voglia di investire» e «se ci sono tutte le condizioni inizierà quasi subito». Le condizioni sono rappresentate dalla «governabilità» delle fabbriche. Per quella di Termini Imerese, che chiuderà a fine 2011, sono intanto salite a 7 le manifestazioni di interesse per la sua riconversione, ha annunciato Romani. Marchionne è andato oltre. E ha fatto sapere che le prime assunzioni per la newco di Pomigliano - destinata alla produzione della nuova Panda e a un investimento di 700 milioni di euro - partiranno dal 2011 e ha assicurato il mantenimento occupazionale di tutti i dipendenti: «Il volume di Panda che stiamo trasferendo è sufficiente per assorbire l'organico» dello stabilimento napoletano. Il manager ha poi respinto le accuse di non chiarezza sul piano arrivate dalla Fiom. E nella serata di ieri ha incontrato i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, insieme ai segretari generali delle rispettive organizzazioni dei metalmeccanici, Giuseppe Farina (Fim) e Rocco Palombella (Uilm). Con loro anche il segretario generale della Fismic, Roberto Di Maulo.

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