La cura Tremonti si fa sentire.
Sembrache si sia invertita la tendenza del bilancio pubblico. Nonostante la crisi morda ancora il fabbisogno del settore statale si è attestato, nel mese di ottobre, a circa 7.500 milioni, inferiore di circa 3.500 milioni rispetto all'importo di 11.054 milioni realizzato nel mese di ottobre del 2009. È quanto comunica il Tesoro secondo cui nei primi dieci mesi del 2010 si è registrato complessivamente un fabbisogno di circa 72.000 milioni, inferiore di circa 11.500 milioni a quello dell'analogo periodo 2009, pari a 83.452 milioni. La dinamica del fabbisogno del mese di ottobre 2010, rispetto allo stesso mese del 2009, riflette, spiega il ministero dell'Economia, «una contenuta dinamica della spesa dell'amministrazione statale e lo slittamento al mese di novembre di alcuni pagamenti». Dal lato degli incassi il saldo del mese sconta, in linea con le stime, il minor gettito dell'imposta sostitutiva su interessi e altri redditi da capitale, in larga parte compensato dal buon andamento complessivo degli altri incassi fiscali». Anche se c'è stato un miglioramento il quadro resta incerto. La conferma viene dalla Consob che nel primo numero di un documento a cadenza semestrale denominato «Risk outlook» spiega che «la ripresa ha ancora prospettive incerte» e il principale fattore di rischio nei paesi avanzati «potrebbe essere legato agli effetti delle misure di stabilizzazione della finanza pubblica necessarie per correggere gli squilibri accumulati durante la crisi». Anche «il rischio sovrano relativamente ad alcuni paesi periferici dell'area euro rimane un elemento di potenziale instabilità per il sistema finanziario». Sui mercati azionari, evidenzia il documento, persistono «i timori circa le possibili ripercussioni dell'esposizione del sistema bancario verso i paesi più fragili dell'area dell'euro».