La linea Tremonti è europea
L'enormedebito pubblico italiano potrebbe spaventare di meno visto che non sarà più, insieme al deficit, l'unico parametro di valutazione dello stato di salute di un Paese. A Bruxelles si fa largo l'idea da anni sponsorizzata dal ministro dell'Economia Tremonti ad ogni Ecofin, di considerare anche altri fattori rilevanti nel calcolo dell'equilibrio dei conti pubblici nazionali. Il che significa che verrà valutata anche la finanza privata, quindi il risparmio delle famiglie, la solidità del sistema bancario, il sistema pensionistico. Il Consiglio europeo non l'ha ancora messo nero su bianco ma il percorso sarebbe iniziato. Berlusconi a Bruxelles si è detto soddisfatto dei risultati. Il presidente del Consiglio ha spiegato che a fronte di un alto debito pubblico, le famiglie italiane hanno risparmi. «C'è forse una minore propensione al risparmio ma siamo sempre i primi in Europa». Il premier ha precisato che il dibattito continuerà ma per la situazione italiana è tranquillo: «Unendo debito pubblico a finanza privata, considerando bilancia dei pagamenti, riforma delle pensioni, propensione al risparmio degli italiani, la forza del nostro sistema di banche, tutto questo ci fa fare un salto in sù e ci colloca immediatamente dopo la Germania e prima di tutti gli altri paesi europei». L'Italia ha fatto asse con il primo ministro britannico David Cameron che ha bocciato l'aumento del bilancio comunitario (fino al sei per cento in più) chiesto dall'Europarlamento e dalla Commissione. «Tutti i Paesi stanno prendendo misure forti per una riduzione dei budget nazionali, sembra quindi non possibile vedere una politica nazionale di risparmio ed una politica europea che aumenta la spesa addirittura del sei per cento», ha spiegato Berlusconi. Vittoria italiana anche sul fondo anticrisi, da tempo caldeggiato dal premier e da Tremonti. I 27 capi di Stato e di governo della Ue, sollecitati dall'asse Merkel-Sarkozy, hanno approvato il progetto di un fondo anticrisi permanente per i Paesi in difficoltà dell'eurozona e hanno dato il via libera alla riforma del patto di stabilità. Entro dicembre, data del prossimo vertice, il presidente Van Rompuy dovrà presentare un rapporto sugli eventuali problemi derivati da un cambiamento del trattato. Il patto di stabilità avrà regole più severe. L'obiettivo è quello di impedire ai governi europei di mantenere deficit di bilancio e debiti pubblici insostenibili. Si è trovato un accordo anche sul fatto che i Paesi dell'Ue devono impegnarsi a tagliare le emissioni solo «assieme a tutti gli altri Paesi della comunità internazionale», a cominciare da Usa e Cina. Su questo l'Italia è da anni in prima fila. Intanto a Roma Tremonti ha scritto una lettera a tutti i partecipanti alla prima riunione sulla riforma fiscale. Ha precisato che «prima di disegnare, con la riforma, la nuova struttura del nostro sistema fiscale è necessario avere una idea precisa sulle risorse finanziarie disponibili». Poi ha proposto la creazione di quattro gruppi di lavoro «ad hoc».