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La crisi morde le imprese, si salvano quelle di Stato

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.La crisi ha visto l'avanzata delle società pubbliche mentre sono una rarità i gruppi privati usciti indenni dalla crisi. E poi: i petroliferi sono in calo e la grande distribuzione in crescita. Questo lo scenario delineato nella pubblicazione dell'ufficio studi di Mediobanca. Ma vediamo il dettaglio. Eni si conferma il primo gruppo italiano, sia pure con una riduzione del 23% del fatturato a 83,2 miliardi, davanti ad Enel con 62 miliardi (+4,4%) grazie al consolidamento integrale di Endesa. Le posizioni si ribaltano per l'utile, con Enel al vertice con 5,4 miliardi davanti a Eni, con 4,36 miliardi. Il sorpasso non accadeva dal 1993. Tornando al fatturato, terza è Fiat, con 50,1 miliardi (-16%) e Telecom, quarta, guadagna una posizione a scapito del Gse (Gestore servizi energetici). All'ottavo posto si inserisce Poste italiane con 10,2 miliardi, che lo scorso anno era 11esima. Considerando il numero dei dipendenti, la Fiat è prima (191mila nel 2009, -3,8% sul 2008), ma sono le Poste italiane il primo datore di lavoro nazionale se si considera il numero di dipendenti in Italia, con un totale di 154mila addetti (-1,5% rispetto al 2009), perchè gran parte dei dipendenti Fiat stanno all'estero (110mila, il 58% del totale). Anche le Fs (87.400 addetti, -4,4% sul 2008) hanno più occupati in Italia del Lingotto. Per l'effetto Endesa, Enel offre impiego più all'estero (dove si trovano 43.100 dipendenti, il 53% del totale) che in casa. Al top per la creazione di occupazione la Cremonini (+37% circa, grazie allo sviluppo delle nuove attività di ristorazione), seguita da Costa Crociere (+25%), mentre le maggiori riduzioni di organico sono della Erg (-39%). Wind è al primo posto per indebitamento rispetto ai mezzi propri (5,3 volte il patrimonio netto) mentre gli yacht Ferretti sono al top per le perdite, con un «rosso» di 1,1 miliardi. Nella classifica Mediobanca si nota poi la volata del gruppo Esselunga di Bernardo Caprotti (sale dal 19° al 13°posto) e il tracollo dell'azienda di casa Marcegaglia che per effetto della crisi che ha colpito il settore siderurgico, ha perso il 40% del proprio fatturato, scivolando di 19 posizioni al 48 posto. Le Popolari sono le banche con crediti più a rischio proprio perchè sono state più vicine ai clienti nell'anno della crisi.

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