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Fiat mette a segno tre mesi «eccellenti»

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.L'amministratore delegato Sergio Marchionne non nasconde la sua soddisfazione. I dati approvati dal cda presieduto da John Elkann sono «eccellenti». I ricavi ammontano a 13,5 miliardi, in aumento dell'11,9%, con il business delle Macchine per l'Agricoltura e le Costruzioni che realizza il progresso più significativo (3 miliardi, in aumento del 31,9%), mentre l'Auto, come previsto frena a causa della fine degli incentivi, ma resiste grazie soprattutto alla performance sul mercato brasiliano dove la Fiat mantiene la leadership con una quota complessiva del 23,7%. L'indebitamento netto industriale del gruppo rimane stabile a 4 miliardi (3,7 miliardi alla fine del secondo trimestre 2010), mentre la liquidità è di 12,9 miliardi. I conti riguardano ancora l'intero gruppo, in attesa dello scorporo dell'Auto dalle attività industriali legate a camion e trattori, che come previsto sarà operativo dal 1° gennaio. La trimestrale soddisfa anche la Borsa dove il titolo chiude con un balzo del 4,4% a 12,24 euro, sui livelli massimi da dicembre del 2008. A fronte di questi dati Marchionne rivede al rialzo gli obiettivi 2010: utile della gestione ordinaria ad almeno 2 miliardi, mentre era previsto tra 1,1 e 1,2 miliardi, ricavi oltre 55 miliardi anzichè 50 e indebitamento industriale netto sotto la soglia dei 4 miliardi. Su questa situazione di tenuta c'è però l'incognita del progetto Fabbrica Italia. Il tempo stringe e si rischia lo stand by senza accordo con i sindacati sulla governabilità degli impianti. Marchionne nella conference call con gli analisti ha ribadito con chiarezza la sua linea: «non possiamo aspettare per sempre. Il dialogo è difficile, il tempo è un problema. Naturalmente auspico che si risolva tutto entro fine anno», ha continuato il top manager, ma «finchè non risolviamo i problemi, non possiamo certo procedere con gli investimenti». Marchionne non ha escluso che se Fabbrica Italia non dovesse partire, sarebbe necessario cercare anche «soluzioni alternative». Marchionne si dice tranquillo per Pomigliano, guarda a nuove strategie e lavora per consolidare le alleanze già esistenti. Come la Chrysler. «Non c'è nulla nella mia lista che sia proibito, guarderemo qualsiasi opzione che possa rinforzare il business». Quanto alla casa di Detroit, l'ad ha spiegato che «entro la fine del 2011» ci saranno le condizioni affinchè Fiat possa salire dal 20 al 35% di Chrysler. Di segno diverso i commenti di Cisl e Cgil. Mentre per il segretario Cisl, Bonanni, i dati sono il segno «che stiamo uscendo dalla crisi», il leader della Cgil Epifani ironizza: «un convento apparentemente ricco e monaci-lavoratori poveri».

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