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Marcegaglia: Per uscire dalla crisi la politica non basta

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dall'inviatoLaura Della Pasqua ROCCA DI PAPA «Il peggio è alle spalle ma le difficoltà non mancano. E in questo momento di transizione la politica da sola non ce la fa. Per questo occorre un ruolo forte delle parti sociali». Abbandona i toni polemici, si getta alle spalle il caso-Panorama e torna ai temi centrali dell'impresa. Il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, non si presenta al Festival internazionale del lavoro in corso a Rocca di Papa ma in collegamento telefonico lancia il segnale chiaro e inequivocabile che intende seppellire le polemiche di queste settimane. L'uscita del portavoce Arpisella ha rappresentato il capitolo finale della bufera mediatica e ora la Marcegaglia vuole girare pagina. Così ieri è tornata sul tema della competitività e del ruolo del sindacato ma senza nessuna puntura né verso il governo né verso la Cgil che pure solo due giorni fa, dopo la manifestazione romana, ha detto chiaramente di voler sostenere la linea dura della Fiom. La Marcegaglia ha sottolineato che «il momento è difficile, ci sono delle discontinuità anche se il peggio è passato»; e in questa transizione «è importante il ruolo forte del sindacato». Il presidente degli industriali sottolinea che Confindustria ha aperto un dialogo con le confederazioni e in particolare con la Cisl. Marcegaglia ha insistito sul contributo dato dai sindacati nell'affrontare la crisi. «Nonostante la grande difficoltà congiunturale, il calo del pil, non è venuta meno la coesione sociale». E ricorda che sono stati firmati 12.000 accordi. E sempre nella prospettiva di creare nuova occupazione ma agganciata alla produttività, è fondamentale il contributo che può venire dalla riforma degli assetti contrattuali con il rafforzamento del secondo livello di contrattazione. Marcegaglia ha indicato il punto su cui l'Italia è in ritardo rispetto alla Germania. «Considerando il costo del lavoro per unità di prodotto, l'Italia ha perso negli ultimi dieci anni il 30% di produttività rispetto alla Germania». Il nuovo meccanismo contrattuale rappresenta quindi una sfida giacchè «consente l'incontro tra salario e produttività». Marcegaglia ha ricordato che con le nuove regole sono stati firmati più di 20 contratti, ma bisogna andare avanti». Quindi l'attenzione va posta non solo sul debito ma anche sulla competitività e l'occupazione. E in questo senso ben venga, dice la Marcegaglia, il nuovo patto di stabilità definito dalla Ue, giacchè «oltre alla sorveglianza sul debito, pone al centro il coordinamento delle politiche per la competitività». Oggi, nella giornata conclusiva del convegno dedicato a «Lavoro, impresa, partecipazione, formazione» gli interventi del ministro del Lavoro Sacconi e del segretario della Cisl Bonanni. Le tre giorni è stata organizzata dalla Fondazione Enèrgeia e dall'Alta Formazione per le Relazioni Industriali, e promossa dall'università Lumsa di Roma, dall'università Tor Vergata di Roma e dalla rivista «Sindacalismo» con il sostegno dei partner sociali Flaei Cisl e Fiba Cisl e la partecipazione del centro studi nazionale della Cisl.

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