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Tremonti risparmia sul debito

Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Qualcuno aspetta il tracollo del debito italiano. Che per ora non sembra essere assolutamente all'orizzonte. Ieri l'agenzia Bloomberg ha lanciato l'allarme spiegando che il costo del finanziamento dello Stato italiano potrebbe risentire delle incertezze politiche e dalla possibilità che le elezioni anticipate mettano a repentaglio il risanamento dei conti pubblici. Così per ora non è. Il Tesoro italiano ieri ha venduto 1,4 miliardi (1,5 l'obiettivo massimo) di Btp decennali indicizzati con tassi in calo di appena tre centesimi a 2,25%. Lunedì erano stati collocati, senza colpo ferire, 12 miliardi di titoli a breve (Bot e Ctz). Insomma esame superato a pieni voti per il ministro Giulio Tremonti che, con i fatti, ha tenuto testa al pericolo di un incremento dei tassi di interesse. Oggi il Tesoro tornerà al lavoro per collocare da cinque a otto miliardi di Btp a tre e 10 anni. Il ministro incrocerà le dita visto quanto accade in questo momento in altri paesi dell'area euro. La Spagna, sempre ieri, per collocare tre miliardi di titoli a breve (meno dei 3,5 miliardi prefissati come massimo) ha dovuto concedere tassi dello 0,685% sul 3 mesi e dell'1,18% sul semestrale. Un risultato che sconta anche il nervosismo dei mercati per l'imminente verdetto di Moody's, che il 30 giugno scorso si era data tre mesi (giusto il tempo per valutare la finanziaria 2011 in arrivo questo giovedì) per decidere se tagliare la sua «tripla A» sul debito spagnolo, seguendo quello che già avevano fatto Fitch e S&P. In ogni caso si registra un allargamento dello spread (la differenza tra i tassi garantiti a chi sottoscrive) tra i Bot italiani e quelli tedeschi. Un fatto legato alla debolezza dei paesi periferici dell'eurozona e non all'instabilità politica italiana. Per l'Italia non ci sono stati eventi di rilievo da qualche mese a questa parte. Più che a una debolezza del Paese l'allargamento dello spread è da attribuire ad un rafforzamento dei bond tedeschi, che continuano a drenare la liquidità in uscita da paesi come l'Irlanda e il Portogallo. L'Irlanda, in particolare, è nel mirino dei mercati per il salvataggio di Anglo Irish.   Dopo Moody's, che lunedì ha tagliato il rating dell'istituto, ieri è toccato a S&P tagliare. Secondo l'agenzia di rating salvare la banca potrebbe costare al governo (che l'ha nazionalizzata) più dei 35 miliardi di euro stimati. «Non siamo vicini al punto di non ritorno», ha detto il Premier Brian Cowen cercando di tranquillizzare i mercati.

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