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Si accelera sul dopo Profumo

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Alessandro Profumo

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Il nome del successore di Profumo alla guida di Unicredit potrebbe arrivare già al consiglio d'amministrazione del 30 settembre. La Banca d'Italia sta facendo un pressing serrato e anche il ministro dell'Economia Giulio Tremonti che non ha digerito l'uscita di Profumo, sta sollecitando un rapido avvicendamento. Il presidente Dieter Rampl, che ha assunto temporaneamente le deleghe da amministratore delegato, incontrerà martedì i dirigenti per un meeting interno che dovrebbe servire a fare il punto sulle strategie della banca, a cominciare dalla prosecuzione secondo i tempi previsti dei lavori per la Banca unica. Sarà presente, oltre al country manager Gabriele Piccini, il vice amministratore delegato Roberto Nicastro, figura centrale in un progetto che lo stesso Rampl, nella lettera inviata ai dipendenti all'indomani delle dimissioni di Profumo, aveva definito «strategico». In banca c'è stato un via vai dei membri del board. Il vicepresidente Fabrizio Palenzona, ha lasciato gli uffici di Unicredit solo intorno alle 17 mentre nel pomeriggio è stato visto Carlo Pesenti, l'amministratore delegato di Italcementi che siede anche nel cda di Unicredit. I riflettori continuano a essere puntati, per la successione, su Andrea Orcel, brillante banchiere d'affari cresciuto alla scuola di Merril Lynch e che ha già incontrato Rampl, Palenzona e Biasi. Ma nonostante l'alto profilo restano alcune perplessità legate al fatto, fanno sapere in ambienti finanziari, che non avrebbe l'esperienza per gestire un colosso finanziario tanto articolato e con numerose criticità come è l'Unicredit lasciato da Profumo. Di qui l'ipotesi, di cui si sarebbe parlato a piazza Cordusio, di nominare un direttore generale per occuparsi della macchina sul territorio. Intanto l'Ambasciata libica in Italia tramite il portavoce fa sapere di non aver influito in alcun modo nell'uscita di Profumo.   «I motivi delle sue dimissioni sono legati allo scontro politico tra i partiti». Il diplomatico punta il dito sulla Lega: «è uno dei partiti presenti nella banca ed ha interessi a controllarla. Ha usato l'argomento delle azioni libiche in Unicredit per fini politici». I movimenti a piazza Cordusio sono seguiti dalal stampa estera. Il Financial Times ha lanciato in pista per la successione Matteo Arpe. L'Economist imputa le le dimissioni di Profumo alle preoccupazioni della perdita di influenza da parte delle Fondazioni.

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