Alitalia rassicura: non licenziamo
Dietrofront su Alitalia. Il governo e l'azienda smentiscono le indiscrezioni circolate nelle ultime 48 ore secondo le quali la compagnia aerea era intenzionata a lasciare a casa circa 2000 dipendenti. Un chiarimento che rincuora quasi tutti i sindacati, ma non la Cgil, che chiede di tenere aperto il confronto con i lavoratori. Ieri mattina il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ha detto di non aver ricevuto dall'amministratore delegato, Rocco Sabelli, nessuna informazione sui presunti esuberi della compagnia. Una smentita a cui a breve giro è seguita quella di Alitalia stessa, che ha parlato di «illazioni» e con una nota ha assicurato che eventuali decisioni in merito all'«evoluzione degli organici» verrebbero prese d'intesa con i sindacati. Ancora più netto è stato il ministro del Welfare Maurizo Sacconi, che ha parlato di problemi «inventati» e senza una «base concreta». Si è chiuso così lo scenario difficile che lunedì sembrava emergere da alcune voci, che parlavano di circa 2000 esuberi, tra cui 1200-1400 dipendenti a tempo determinato e 600 precari. Ma non si è spenta l'attenzione sulla complessa ripresa del settore del trasporto aereo. L'Associazione internazionale del trasporto aereo, la Iata, ha rivisto al rialzo le previsioni dell'industria aeronautica per il 2010, con i profitti attesi di 8,9 miliardi di dollari in crescita rispetto ai 2,5 miliardi stimati a giugno. L'amministratore delegato Giovanni Bisignani ha però sottolineato che ci sono ancora «dubbi insistenti» sulla durata della ripresa. I vettori europei continuano a soffrire e dovrebbero chiudere l'anno con una perdita di circa 1,3 miliardi di dollari. Anche per questo, mentre la Cisl si è detta «rincuorata» dalla smentita di Alitalia, il segretario della Filt-Cgil Mauro Rossi ha criticato il «gioco delle smentite poco chiare» e ha chiesto un tavolo di confronto con i sindacati per verificare «l'andamento dei programmi aziendali». Ma ieri la critica più forte Alitalia l'ha ricevuta dall'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Moretti, che grazie soprattutto all'Alta Velocità sta trasformando Trenitalia nel principale concorrente della compagnia aerea, ha criticato la politica di Alitalia di puntare su «rottine interne» non remunerative che hanno «solo un valore politico».