Libici ancora in manovra su Unicredit
Il fondo sovrano di Tripoli avrebbe comprato un altro 0,5% del capitale
.I libici sembrano averci preso gusto a comprare azioni Unicredit. Tripoli secondo le indiscrezioni avrebbe, infatti, aumentato il proprio peso nell'azionariato oltre il 7,5%. Una salita che ha messo in allarme anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di scalata. Un richiamo arrivato il giorno in cui nella fondazione Cariverona, primo socio italiano di Piazza Cordusio, aumenta il peso della Lega. La Lia (Lybian Investment Authority) ha rastrellato sul mercato un ulteriore 0,5% del capitale portando la propria quota al 2,59% dal 2,075% comunicato ai primi di agosto. Un elemento emerso nella risposta dei soci nordafricani alle domande della Consob, che però non ha confermato ufficialmente l'arrotondamento. La partecipazione aggiornata si va ad aggiungere a quella della Banca centrale libica che direttamente e tramite la Lybian Foreign Bank controlla il 4,98% di Piazza Cordusio. La mossa emerge in parallelo alla diluizione della Fondazione Cariverona (passata di recente dal 4,98% al 4,63%), mentre la Consob ha ricevuto la lettera della Lybian Investment Authority sollecitata a suo tempo dall'organismo di vigilanza per accertare la natura da attribuire alla partecipazione in Piazza Cordusio. La comunicazione è ora sotto la lente degli uffici della Commissione e contiene anche, secondo quanto si apprende, la rassicurazione che Lia e Central Bank of Lybia sono da considerarsi soggetti separati. Quanto all'arrotondamento della quota della Lia, non ci sono obblighi di comunicazione perché il nuovo acquisto ricade nei movimenti intrasoglia (la successiva comunicazione scatterebbe al superamento del 5%). In ogni caso la Consob potrà nel caso solo accertare un'eventuale omessa comunicazione sul superamento delle soglie rilevanti e quel che rischiano i libici è una sanzione amministrativa. La Borsa resta intanto fredda ai nuovi acquisti della Lia con il titolo Unicredit che, forte in avvio di seduta, chiude in calo del 2,48% a 1,92 euro, posizionandosi in fondo al listino principale anche a seguito delle parole dell'ambasciatore libico in Italia Hafed Gaddur, che ha negato una scalata. Di questa ha parlato invece Zaia. «Siamo di fronte a una scalata bella e buona dei libici», ha detto. «Unicredit è figlia dei territori, di fondazioni che sono rette dagli enti pubblici. E sottolineo, siccome qualcuno lo dirà, che noi ci permettiamo di intervenire perché siamo lì con i nostri rappresentati: gli amministratori - ha avvertito - li nominiamo noi». Parole pronunciate nel giorno in cui il consiglio generale della Fondazione Cariverona, presieduto da Paolo Biasi, ha provveduto a rinnovare 25 consiglieri in scadenza su 32 componenti dell'organo di indirizzo con l'ingresso di una nutrita pattuglia di uomini (almeno sei) vicini alla Lega. Ora l'attenzione è rivolta alla prossima riunione del consiglio rinnovato che si terrà il 22 ottobre per la nomina del Cda, tutto in scadenza compreso Biasi. Quest'ultimo punta, dopo 17 anni di presidenza, alla riconferma e raccoglie anche ieri la fiducia del sindaco di Verona Flavio Tosi.