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Il nucleare come passaggio fondamentale per la crescita dell'economia

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Tremontiparlando ai giovani imprenditori della Confcommercio riuniti a Venezia, insiste sul ruolo strategico e essenziale del ritorno alle centrali atomiche. Il ministro dell'Economia sottolinea che «le economie con cui compete l'Italia hanno tutte il nucleare» e quindi sono avvantaggiate giacchè sono libere di un costo che invece grava sui conti pubblici italiani. Il nostro Paese, ricorda il ministro, «importa tutta l'energia, e la importa pagando prezzi estremamente elevati». Il che vuol dire che «se avessimo il nucleare avremmo un Pil diverso e probabilmente maggiore». Quindi quando si dice che bisogna crescere come gli altri Paesi, bisogna tener conto di questo fattore, del fatto che, avverte Tremonti, «l'Italia concorre in condizioni diverse da altri Paesi. Sarebbe più facile crescere come gli altri se avessimo il nucleare». Poi sempre riflettendo sugli elementi determinanti per lo sviluppo, il ministro rivolto ai giovani di Confcommercio sottolinea che è fondamentale «essere ambiziosi. Bisogna abbandonare le posizioni rinunciatarie e provinciali». E tra i nodi da sciogliere ci sono, oltre al nucleare, la dimensione delle aziende troppo piccole e il Mezzogiorno. Per le imprese Tremonti ha assicurato che il ministero è al lavoro con Palazzo Chigi per la riscrittura dell'art.41 delal Costituzione che riguarda la libertà d'impresa. Quanto al Sud non è vero che mancano i fondi. La realtà è che «non vengono usati» o sono dispersi in cose improduttive. «Non si possono usare le risorse per fare le fontane e non le scuole». Tremonti sottolinea che per ridare slancio al Mezzogiorno è necessario l'intervento dello Stato. «Al sud deve tornare lo stato». E questo non è in contraddizione con il federalismo giacchè «il federalismo è un'articolazione dello stato, ma se non hai lo stato, non hai il federalismo nè altro. Se non hai lo stato - ha continuato Tremonti - non hai opere pubbliche e non hai istruzione» e proprio su questi due fattori occorre investire. Poi guardando allo scenario europeo, il responsabile dell'Economia ha ricordato che in autunno verrà varata la riforma del patto di stabilità e crescita europeo. «Tra gennaio e aprile tutti i paesi europei si presenteranno per la discussione sulla loro politica economica. È chiaro che non possiamo continuare con 27 politiche economiche diverse».

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