Profumo verso l'uscita da Unicredit
Il clima sarà pesante oggi a Milano dove, alle 18, è in programma il cda straordinario della resa dei conti all'interno di Unicredit. Una riunione che potrebbe segnare anche l'addio dell'attuale ad Alessandro Profumo e il passaggio delle sue deleghe al presidente Dieter Rampl. Le tensioni che da giorni si percepivano attorno alla banca, sul tema della salita dei libici nell'azionariato del gruppo di Piazza Cordusio, ieri hanno subìto una forte accelerazione. A far saltare i nervi ai grandi soci è stata la crescita di Tripoli di un ulteriore 0,5% nel capitale, dopo gli acquisti di inizio estate che avevano consentito al colonnello Gheddafi di trovarsi in mano un pacchetto vicino al 7% della banca. L'arrotondamento sarebbe stato comunicato nella lettera di chiarimento al ministero degli Esteri italiano che aveva chiesto a Tripoli delucidazioni sulle modalità di esercizio del voto delle partecipazioni che fanno capo a due soggetti: la Lia (Lybian Investment Authority) arrivata al 2,594% con l'ultimo acquisto e la Central Bank of Lybia con il 4,613%. Una notizia, quella dell'ultimo acquisto che i soci hanno appreso solo dai giornali. Nemmeno dalla Consob unica deputata ufficialmente a certificare il possesso azionario dei grandi soggetti. Questo ha minato i già fragili equilibri tra le Fondazioni, soprattutto la Cariverona che ha letto nella crescita libica l'intenzione di abbandonare le istanze del territorio a favore dell'estero, insieme ai tedeschi guidati da Rampl contro Profumo accusato di aver gestito gli ultimi avvenimenti societari un po' troppo da padrone. In questo scenario di frizioni si è arrivati al cda di oggi che vedrebbe Profumo a un passo dalle dimissioni e il presidente Rampl investito delle sue deleghe. Nel nuovo ruolo il presidente verrebbe supportato dai quattro manager attualmente al vertice del gruppo (Roberto Nicastro, Paolo Fiorentino, Federico Ghizzoni e Sergio Ermotti). Il ruolo di Rampl risulta transitorio anche se per l'assetto definitivo non ci sarebbe alcuna fretta, ne stanno maturando candidature estere. Di sicuro il presidente Rampl negli ultimi giorni ha preparato il passaggio delle consegne confermando accordi blindati con i grandi azionisti. Secondo quanto risulta a Il Tempo nell'eventualità che oggi Profumo veda accettate le sue dimissioni, chiaramente richieste da una parte dei consiglieri, nella lista dei potenziali subentranti ci sarebbe l'attuale direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. Su di lui starebbero giù ragionando i soci contrari all'attuale ad. Grilli godrebbe della stima del ministro Giulio Tremonti e sarebbe gradito alla Lega Nord. In pista anche altri nomi come Gianpiero Auletta Armenise, Fabio Gallia e Matteo Arpe Profumo ieri in serata si è trincerato dietro un rigoroso silenzio. La diplomazia interna si è subito messa in moto per ricucire lo strappo. Ma solo stamattina si capirà quali risultati sono stati raggiunti. A difenderlo sarebbero rimasti i libici. Ieri dell'investimento ha parlato proprio la Banca centrale libica, che si è detta «molto soddisfatta». Gli altri soci no.