Confindustria vede nero: la ripresa rallenta
Questal'analisi del Centro Studi Confindustria nel suo ultimo rapporto in cui si evidenzia che la ripresa italiana e internazionale «perde slancio dopo l'accelerazione superiore alle attese nella prima metà dell'anno». In particolare, il Pil nel 2010 viene confermato all'1,2%, mentre la stima del 2011 viene rivista al ribasso dall'1,6% all'1,3%. L'ammontare delle risorse sottratte ogni anno alle casse pubbliche ha superato i 125 miliardi. E il sommerso ha registrato un grande balzo: l'incremento è bruscamente accelerato nel 2009, tanto che il suo peso ha oltrepassato il 20% del pil (al Sud al doppio che al Nord). A causa dell'evasione anche la pressione fiscale effettiva va rivista al rialzo, sopra il 54% nel 2009, contro il 51,4% indicato a giugno e il 42,2% di quella apparente contenuta nei documenti ufficiali. Preoccupa la situazione dell'occupazione: secondo il Centro studi di Confindustria il 2010 si chiuderà con 480mila persone occupate in meno rispetto a inizio 2008, al netto degli effetti statistici derivanti dalla regolarizzazione degli immigrati. E in questa cifra 30 mila posti sono a rischio solo negli ultimi sei mesi dell'anno. La disoccupazione inoltre resterà alta anche nel 2011: il tasso salirà terminando il prossimo anno al 9,3%. Secondo la presidente Emma Marcegaglia il peggio «è alle spalle, la recessione non c'è più» ma in Italia c'è ancora il problema della bassa crescita, dunque non sono più rinviabili le riforme.