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A Mirafiori tornano le minacce

Provocazioni a Mirafiori

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Continua lo scontro sul futuro dei lavoratori della Fiat. I leader dei sindacati non riescono a trovarsi d'accordo sulla linea di trattative da tenere con la dirigenza aziendale. E mentre slitta il tavolo di confronto sullo stabilimento di Termini Imerese convocato dal ministero dello Sviluppo economico, i ragazzi del centro sociale di Torino, che sabato avevano violentemente contestato il segretario della Cisl Raffaele Bonanni alla festa Democratica, hanno manifestato con volantini e picchetti davanti all'ingresso della fabbrica di Mirafiori e all'Iveco. Una protesta contro la scelta di Cisl, Uil e Ugl di firmare insieme a Federmeccanica la disdetta del contratto nazionale delle tute blu in vigore dal 2008. «Il signor Bonanni sta firmando l'eliminazione di tutti i diritti» era lo slogan stampato sui fogli. «Contestare qualcuno è legittimo», hanno detto. E nel caso di Bonanni, giunto «provocatoriamente» a Torino il giorno dopo la disdetta del contratto, «zittirlo è anche doveroso». I sindacati anche ieri si sono scontrati a distanza e intanto si è deciso di far slittare dal 15 al 22 settembre l'incontro organizzato al ministero dello Sviluppo economico tra azienda e sindacati per discutere sul futuro di Termini Imerese. Cinque le ipotesi al vaglio di Invitalia, consulente del ministero per l'operazione. Se non si trovasse l'accordo su nessuna, la sesta sarebbe invece una certezza: la chiusura a dicembre 2011. Sul fumogeno lanciato contro il segretario nazionale della Cisl, è intervenuto anche l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che ha commentato: «Mi dispiace per Bonanni. È una persona che sta cercando di fare del bene. Mi sono preoccupato per lui perché mi preoccupano tutti gli atti di violenza, specialmente in una società che si considera civile. Sono cose pazzesche - ha proseguito - Questi sono affronti alla società civile. Sono cose che non giustifico per nessuno. Se l'avessero fatto ad altre persone non lo avrei ugualmente accettato. Sono cose che non sono scusabili». Poi in serata, è lo stesso Marchionne, al termine del suo intervento al congresso della Fenabrave (organo dei concessionari di auto brasiliani) a San Paolo, a lanciare il monito: «Io non voglio stare a accusare nessuno di incompetenza ma la situazione italiana non può continuare così. In Italia - ha aggiunto - stiamo cercando di gestire una situazione dove eventualmente bisogna trovare dei punti di convergenza per portare avanti il Paese, altrimenti non andremo molto lontano. Io sono disposto a fare di tutto. Ma se mettiamo in relazione la realtà italiana e quella brasiliana ci rendiamo conto qual è la differenza». L'ad di Fiat ha infine affermato che l'Italia ha molto da imparare dal Brasile del presidente Lula: «L'Italia ha da apprendere dal Brasile la volontà di adattarsi e di cambiare velocemente. Faccio grandissimi complimenti a Lula».

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