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Mischia finale per la presidenza della Camera di Commercio

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.La voce è girata, eccome: Pambianchi nuovo presidente della Camera di Commercio di Roma. Poi s'è rimesso tutto in discussione. Soltanto questa mattina i nodi arriveranno al pettine: il Consiglio generale di Via de' Burro' è convocato alle 11. Si vedrà. I candidati restano, di fatto, tre: oltre a Pambianchi, il direttore della Cna capitolina Lorenzo Tagliavanti e il presidente di Acea Giancarlo Cremonesi, che sarebbe la mediazione tra i due. Resta sullo sfondo il commissariamento se alla fine non arriverà l'accordo. Ma la partita è più complessa di un terno al lotto: Tagliavanti, sostenuto da Cna, Confesercenti e altri ha più voti ma non arriva alla maggioranza. Pambianchi lo segue ma non riscuote il consenso del presidente dell'Unione degli industriali romani, Aurelio Regina. Allora potrebbe «uscire» Cremonesi che però storcerebbe il naso a lasciare Acea (e si capisce). Ma questo è niente perché nella scacchiera ha un ruolo anche il Campidoglio (il sindaco Alemanno si è schierato, in maniera irrituale, a favore di Pambianchi e, in seconda battuta, di Cremonesi). Certo sono le imprese a decidere ma il «clima» conta. È per questo che una presidenza Tagliavanti sembra roba da miracolo. Lui è stato il vice di Andrea Mondello, numero uno di Via de' Burro' per diciotto anni. Ma non basta. Il vento è cambiato e le associazioni d'impresa non possono fare finta di niente. Alla fine l'intesa potrebbe non arrivare e allora spetterebbe alla presidente della Regione Lazio Renata Polverini nominare un commissario. Ma sarebbe lo scenario peggiore anche perché a Roma la Camera di Commercio negli ultimi anni ha avuto un ruolo decisivo, di autentico motore dello sviluppo. Ora, con un tesoretto di 170 milioni di euro, potrebbe fare la differenza.

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