Per scacciare la crisi si riparta dal territorio
Territorionon è un vocabolo virtuale, è il luogo reale dove la gente vive, produce, si ingegna. È la piazza del mercato che Einaudi ha ricordato per spiegare come nascono, si sviluppano e, ahimè anche declinano, le iniziative. In questo contesto prendono corpo le abitudini delle persone che con i loro comportamenti indirizzano le tendenze delle cose economiche che vengono formate da quegli spiriti animali inconsciamente fondamenta dei mercati. Gli economisti, in questi ultimi tempi, invero, non ci hanno tanto azzeccato. Parlano, si azzittiscono e poi riparlano e sentenziano. La globalizzazione, con il suo mercato mondiale ha eliminato i confini ed abbattuto i muri. Tutto arriva in tempo reale. Nei giorni scorsi ci dicevano che gli Usa rischiano di ripiombare nella crisi. Ora veniamo a conoscenza che le attività manifatturiere hanno accelerato. Le borse passano dalla euforia alla depressione. Gli spiriti diventano animali schizofrenici. Ci si capisce poco e si ritorna ad investire nell'oro che è mito non intrapresa. La giusta preoccupazione è verso il debito sovrano e delle famiglie ora troppo elevato. La disoccupazione aumenta e i giovani faticano ad entrare nel mondo del lavoro. Darsi da fare senza drogarsi di ottimismo o di depressione ma ricordarsi che anche Sarkozy, dalla grande Francia, invita i giovani a ripartire dal campo agricolo che induce all'ottimismo della ragione e scaccia la schizofrenia che non trova ospitalità negli uomini. Perché fatica, lavoro e passione fortificano il corpo e le menti. E si riparte dal piccolo per arrivare al grande.