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Trichet: la recessione non tornerà Ma ora i governi risanino i conti

Jean-Claude Trichet, presidente Banca Centrale Europea (Bce)

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Niente doppia w. Lo scenario di una doppia recessione in Europa non è assolutamente nelle previsioni della Banca Centrale Europea. Anzi, le stime sulla crescita del pil sono state riviste al rialzo. Ma le politiche economiche devono continuare ad essere caute, perché il futuro è ancora incerto. Vuole mantenere la fiducia sui mercati, Jean Claude Trichet. Il presidente della Banca Centrale Europea, al termine della riunione del consiglio direttivo di Eurotower, ha comunicato le stime sul pil dell'area Euro per i prossimi due anni. Stime che rivedono al rialzo le ultime previsioni dell'istituto. Nel 2010 ci si aspetta ora una crescita compresa fra l'1,4% e l'1,8% contro il tasso medio dell'1% ipotizzato lo scorso giugno. Numeri più alti anche per il 2011: 1,4% di crescita media attesa contro l'1,2% delle previsioni di tre mesi fa. Un miglioramento che dovrebbe riguardare anche l'economia italiana, che secondo le rilevazioni di Eurostat è cresciuta dello 0,4% nel secondo trimestre 2010 e dell'1,1% rispetto allo stesso trimestre del 2009. Si tratta di dati «più positivi del previsto», ha commentato Trichet. Le cause, ha spiegato, sono soprattutto un «rimbalzo più forte del previsto della crescita» e gli sviluppi previsti per i prossimi mesi che dovrebbero essere «migliori di quanto ci si aspettasse». «L'attività economica dell'eurozona - ha ricordato Trichet - è in crescita dalla metà del 2009, con un pil reale che nel secondo trimestre del 2010 è cresciuto dell'1%». Eurotower, insomma, scommette sulla ripresa. E ha probabilmente un occhio di riguardo per le oscillazioni dei titoli di stato irlandesi registrate negli ultimi giorni. Indizio che una parte degli operatori vede nel salvataggio della Anglo-Irish Bank da parte di Dublino lo spettro di una nuova Grecia. Non a caso Trichet ha incoraggiato il governo irlandese a prendere «le misure appropriate» per contrastare gli andamenti di borsa. E ha avvertito i mercati: la ripresa rallenterà nella seconda parte dell'anno e continuerà a essere «moderata e dominata dall'incertezza». Francoforte dunque «non canta ancora vittoria», e resta «prudente e cauta» sugli sviluppi futuri dell'economia nell'eurozona. Anche per questo, come avevano previsto gli operatori, la Bce ha lasciato invariati i tassi di interesse al (basso) livello attuale dell'1%. Un tasso «adeguato» per i tecnici di Francoforte, perché nonostante un lieve aumento dei rischi al rialzo per l'inflazione, la dinamica dei prezzi dovrebbe mantenersi moderata almeno fino all'anno prossimo.   Le imprese dovrebbero poter attingere alla liquidità delle banche a prezzi abbastanza contenuti. E sempre per oliare il sistema finanziario in difficoltà, Eurotower continuerà a fornire finanziamenti illimitati a una settimana e a un mese fino al prossimo 18 gennaio, aggiungendo anzi altre tre aste per «vendere» denaro alle banche entro la fine dell'anno. La Bce chiede però alle banche di prepararsi a fornire più credito alle imprese rafforzando il capitale. Un obiettivo che potrebbero raggiungere, nell'ipotesi di Francoforte, sia trattenendo gli utili derivati dal mercato che approfittando della liquidità messa a disposizione dai governi. Se il sistema finanziario privato ha bisogno ancora delle stampelle della Bce, le finanze pubbliche si stanno comportando bene. L'andamento dei conti pubblici nell'eurozona a livello aggregato «si sta muovendo generalmente in linea con le attese», ha commentato Trichet. Ma ha ammonito i governi ad approfittare della congiuntura favorevole per continuare «più velocemente» sulla strada del risanamento. Intanto dagli Stati Uniti il presidente della Fed Ben Bernanke ha fatto un parziale mea culpa sull'operato della banca centrale americana nella gestione della crisi subprime. La Fed «fu lenta nell'individuare e gestire gli abusi nella concessione dei prestiti subprime, specialmente quelli che regola direttamente», ha detto.

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