Omeopatia, business in crescita
CesareCursi, senatore e responsabile nazionale della consulta sanità e salute del Pdl, da anni si batte per far sì che le aziende orbitanti nell'ambito della medicina non tradizionale abbiano gli stessi strumenti di quelle tradizionali. «Dobbiamo partire da due elementi, il primo di carattere culturale: undici milioni di persone utilizzano l'omeopatia come medicina base, il secondo sta nei risultati scientifici ottenuti dalla ricerca. È necessario far sì che l'omeopatia smetta di essere una terra di nessuno ma trovi un quadro legislativo capace di accoglierla». Ma oggi è più che riconosciuta. «Dai cittadini certamente, come dimostra la continua cresita economica del comparto, ma non ci si deve fermare. Dopo aver risolto le questioni legate alla registrazione dei farmaci bisogna andare avanti». Cos'altro va fatto? «Una volta che i farmaci omeopatici supereranno i rigorosi esami dell'Aifa, la stessa medicina assumerà maggiore autorevolezza e si potranno ipotizzare anche finanziamenti alla ricerca, vero motore dell'omeopatia». Può bastare? «No, va anche fatta una legge che regoli il settore, che definisca con certezza cos'è omeopatia e cosa non lo è, che accerti chi può prescriverla e chi non lo può fare. Purtroppo al fianco di molti bravissimi medici ci sono tanti ciarlatani e questa non è una colpa delle aziende, ma dell'assenza di norme capaci di distinguere i furbi dai veri professionisti».