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Cernobbio, Tremonti sulla crisi: "Ancora in terra incognita"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Nell'uscita dalla crisi "siamo ancora in terra incognita" ma l'Italia non ha bisogno di una nuova manovra economica in autunno. A sottolinearlo è il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, secondo cui "siamo ancora in terra incognita, anche se è finita per l'Italia la fase che ci ha portato da un ultimo a fare la manovra". "Non c'è bisogno di una manovra in autunno - ha aggiunto il ministro a margine del workshop Ambrosetti - e in autunno ci sarà la finanziaria che conterrà la manovra in tre tabelle". "Sono convinto - ha affermato Tremonti - che siamo ancora in terra incognita. Credo che ci siano ancora possibili problemi, non in Italia ma in altri paesi d'Europa. Quindi - ha sottolineato - prudenza e realistica visione delle cose: quest'anno chi sperava in un crollo dell'Italia, mi dispiace, sarà deluso". "I numeri delle entrate fiscali - ha aggiunto il ministro - sono buoni, tengono. I paesi restano e i governi passano, tranne il governo Berlusconi che è un unicum perché resta". LA MANOVRA E LA RIPRESA - "La situazione - nota Tremonti - ha margini di grande incertezza e imprevedibilità", ma "per l'Italia non c'è un problema sull'autunno, non c'è un problema di manovra correttiva perché basta la manovra già fatta". Tremonti nota che le "entrate fiscali non vanno male, le aste di titoli pubblici non vanno male. Il sistema nell'insieme tiene, per merito degli italiani, delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese e se volete anche un pò del governo". Tremonti risponde quindi a chi pensava "il paese crolla, ci sarà il terzo autunno in cui l'Italia è attesa per il crollo economico, sociale, produttivo, occupazionale": "mi spiace di notare - replica - che non è così". Quanto all'ipotesi di un "patto" con l'opposizione sui temi dell'economia, Tremonti si limita a sottolineare che "il documento europeo che dobbiamo fare entro aprile prevede la consultazione del Parlamento, che è fatto da maggioranza e opposizione. È necessario sentire il Parlamento e tutti possono esprimere idee e proposte, poi i governi hanno il dovere di fare la sintesi. Questo è quello che dobbiamo fare entro aprile". "L'opposizione - conclude il ministro - deve e può essere propositiva e costruttiva e la maggioranza deve ascoltarla. Basta che non ci siano proposte che fanno deficit e debito perchè deficit e debito non fanno sviluppo ma crisi".

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