Tirrenia scioglie la cima
Caos scongiurato il 30 e 31 agosto nei mari e nei porti italiani. Lo sciopero dei lavoratori Tirrenia indetto da Uilt e Federmar Cisal con l'adesione dell'Orsa è stato differito ad altra data. I sindacati che avevano sfidato il governo intimandogli di spostare la convocazione fissata dal ministro dei Trasporti Matteoli il 6 settembre, hanno fatto marcia indietro. La decisione è arrivata dopo che Matteoli aveva comunicato di non voler emettere lordinanza di differimento dello sciopero. La mobilitazione però è stata solo sospesa e la decisione di un'altra data verrà presa dopo il vertice. La riunione di ieri mattina al ministero è andata oltre il tentativo di ricomporre il contrasto che aveva fatto proclamare 48 ore di stop e portato ad affrontare questioni di merito. Il commissario straordinario di Tirrenia e amministratore unico della controllata siciliana Siremar, Giancarlo D'Andrea ha chiesto la proroga delle convenzioni tra Stato e gruppo di navigazione oltre la scadenza del 30 settembre (data indicata dall'Unione Europea per la privatizzazione del gruppo di navigazione). Proroga sollecitata anche dalla Fit Cisl mentre il Pd ha invitato il governo a trattare con Bruxelles per uno slittamento della privatizzazione, che riguarda anche le società Toremar (Toscana), Caremar (Campania) e Saremar (Sardegna) già cedute alle rispettive Regioni. D'Andrea ha anche disposto l'utilizzo di risorse destinate a differenti finalità per far fronte alle esigenze di cassa, ridotta a 18 mila euro agli inizi di agosto e ha chiesto di utilizzare nuovi finanziamenti esclusivamente per fronteggiare il momentaneo fabbisogno di liquidità derivante dalla gestione corrente. Inoltre è stata avviato il programma di cessione dei beni non necessari a Tirrenia per lo svolgimento dell'attività. Fra questi alcuni immobili e cinque navi veloci. Il 6 settembre quindi si farà il punto sulla privatizzazione. Il sottosegretario allo Sviluppo economico Saglia nei giorni scorsi aveva ventilato l'ipotesi di ripercorrere la strada dell'Alitalia, ovvero quella della bad company. I sindacati però hanno subito alzato le barricate. Altra ipotesi è quella dello spezzatino che però ieri Matteoli ha smentito sottolineando che qualsiasi soluzione comporterà il mantenimento dei livelli occupazionali e delle condizioni contrattuali attuali. Intanto, dopo il fallimento della gara nella quale era rimasta come unico concorrente Mediterranea Holding, i possibili pretendenti hanno confermato il loro interesse. La cordata pubblico-privata, nella quale la Regione Sicilia detiene la maggioranza del capitale con il 37%, ha ribadito l'intenzione di acquistare la compagnia con tutti i suoi asset. ha quindi convocato per il 31 agosto un'assemblea per deliberare l'aumento di capitale in modo da formulare una nuova offerta che, assicura la società, prevederà anche «la salvaguardia dei livelli occupazionali». È tornata alla carica anche Moby Lines che già aveva manifestato interesse nelle prime fasi della gara. Il presidente Vincenzo Onorato ha riferito nei giorni scorsi che a breve contatterà il commissario straordinario Giancarlo D'Andrea «per avviare una trattativa» sottolineando che il progetto prevede assunzioni e integrazioni salariali al rialzo.