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Scaroni (Eni): gli stranieri esitano a investire al Sud

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Seesitiamo noi di Eni, o esita Fiat a investire al Sud, come possiamo sperare che lo facciano gli stranieri?» A parlare è l'ad dell'Eni Paolo Scaroni che interpreta il pensiero di tanti imprenditori che stanno seguendo la vicenda di Melfi e la difficile partita del contratto di Pomigliano. La vertenza della Fiat e la ridefinizione del contratto dei metalmeccanici è destinato a fare da apripista a situazioni analoghe in altri comparti e in altre aziende. Intanto è stato fissato per martedì 7 settembre il Consiglio direttivo di Federmeccanica, mentre il tavolo con i sindacati di categoria sarà convocato per la metà di settembre. Questo il timing, indicato dalla stessa Federazione dell'industria metalmeccanica, degli incontri che saranno dedicati alla definizione di una normativa specifica per il settore auto, con deroghe al contratto nazionale dei metalmeccanici. In vista dell'incontro, già a partire dalla prossima settimana la Fim riunirà la segreteria il primo settembre e il 6 l'esecutivo nazionale; la Uilm ha invece convocato la segreteria nazionale per l'8 settembre. Anche la Fismic ha fissato una riunione per l'8, mentre l'Ugl metalmeccanici ha in calendario il direttivo il 31 agosto. La Fim ha ribadito la propria posizione: «Trovare nell'ambito del contratto nazionale, attraverso le deroghe, una disciplina che possa dare soluzione all'accordo di Pomigliano e ai futuri accordi». Il segretario generale Giuseppe Farina ha ribadito il «no ad un contratto nazionale per l'auto» e sottolinea che il «percorso di una specializzazione settoriale era già stato previsto nel contratto nazionale dei metalmeccanici. Il tema vero è rappresentato dagli straordinari comandati, cioè - dice il numero uno della Fim - capire come fare con il contratto nazionale quanto già fatto con l'accordo di Pomigliano», che ha portato da 40 a 120 le ore annue di straordinario comandato. Accordo che, conclude Farina, «alla Fiat interessa ripetere in tutti gli stabilimenti».

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