Nessuna fuga anticipata dal lavoro
Eil presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua lo sottolinea commentando che «gli italiani mostrano» così un «maggiore equilibrio di tanti esperti della materia». Nei primi sette mesi dell'anno, quindi dopo la «finestra di luglio», le uscite dal lavoro per pensionamento di anzianità sono state 16.000 in meno rispetto alle previsioni: 131.300 contro le 147.700 preventivate. Un test significativo. Perché la finestra di luglio è stata la penultima prima dell'entrata in vigore delle nuove norme, quindi delle cosiddette «finestre mobili» che ritardano la possibilità di lasciare il lavoro. Ed è stata l'ultima con il requisito delle quote. La finestra di ottobre 2010 è infatti riservata a chi ha perfezionato il requisito dei 40 anni di anzianità contributiva entro giugno 2010. Dai dati Inps sul periodo gennaio-luglio 2007 l'unico andamento in lieve incremento è quello del pensionamento dei lavoratori dipendenti (18.000 in più delle previsioni: 85.500 contro le attese 67.200); un dato ampiamente compensato dal calo, rispetto alle previsioni del bilancio 2010, sia dei lavoratori agricoli (-9.100 unità), sia degli artigiani (-15.500) sia dei commercianti (-10.000). «È poco rilevante il confronto con il 2009 - rileva Mastrapasqua - poiché lo scorso anno si era scontato l'inasprimento del requisito minimo di età passato da 57 anni nel 2007 a 59 anni nel 2009, e dell'innalzamento del requisito di sola anzianità, passato da 39 anni a 40 anni. Pertanto il 2009 è stato un anno particolarmente avaro di liquidazioni». Quindi, nel 2010, «si sono automaticamente riversati alcuni contingenti di nuovi pensionati, che avevano acquisito il diritto nel corso dell'anno precedente. Era interessante - per il presidente dell'Inps - vedere come sarebbe stata utilizzata la finestra di luglio 2010, dopo la definizione della nuova riforma, che introduce dal 1° gennaio 2011 la cosiddetta finestra mobile. C'era chi si aspettava una grande fuga verso la pensione. Ma così non è stato.