Fisco a caccia di furbi sotto l'ombrellone
Incoincidenza della stagione turistica è, infatti, partita un'ondata di controlli sulle spiagge, nei porti e negli stabilimenti balneari, tra sdraie, canotti e pedalò, per scovare l'evasione nascosta sotto l'ombrellone. E nessun luogo costiero della Penisola è al sicuro. La calda estate dei controlli fiscali, si legge in una nota dell'Agenzia delle Entrate, investe sia il Sud sia il Nord, facendo registrare i picchi più intensi nelle principali località turistiche dello Stivale. Si parte dal «tour fiscale» in riva al mare. Dalla costiera salernitana, dove sono al checkup i pontili degli scali commerciali più frequentati come Amalfi e Agropoli, spesso gestiti da enti no profit, al lido di Venezia, disseminato di bungalow attrezzati di tutto punto, chiamati «capanne», il cui affitto può arrivare a costare in media anche 10 mila euro a stagione. A metà strada, tappa obbligata sui battutissimi litorali laziali, in cui sono al vaglio non solo i posti barca sparsi lungo la costa, da Ostia a Nettuno passando per Anzio, con prezzi fino a 200 mila euro, ma anche discoteche e locali. Oltre Tirreno, arenili al setaccio in Sardegna ad Alghero, San Teodoro, Villasimius, Orosei, in Costa Smeralda e in altri 60 centri ad alta vocazione turistica dell'isola, dove gli ispettori dell'Agenzia delle Entrate sono a caccia di evasori che non rilasciano scontrini e ricevute, dichiarano al Fisco dati sottostimati per gli studi di settore e assumono personale in nero. «L'obiettivo della campagna fiscale estiva - si legge nella nota - in tutte le sue varianti regionali, è la raccolta di elementi utili a ricostruire il reddito dei clienti in ciabatte e pareo in forma sintetica, ossia tenendo conto delle spese sostenute per ferie e vacanze. Un paniere estremamente variegato che comprende, per esempio, l'acquisto di pacchetti di viaggio da agenzie e tour operator, il noleggio di cabine, lettini e ombrelloni, l'affitto di posti barca per l'ormeggio, la frequenza di corsi di vela e sub. Esca pronta anche per gli operatori economici che lavorano sul territorio demaniale marittimo, gestendo una pluralità di servizi legati alle attività balneari, dalla ristorazione al nolo di gommoni e pattini, dall'animazione alle discoteche ai giochi per bambini». Sono 805 i porti turistici attivi lungo i circa 8mila km di coste italiane (di cui quasi un terzo solo in Sicilia e Sardegna) interessati dal piano estivo delle verifiche e degli accessi. In particolare, i controlli sui gestori-concessionari di approdi commerciali sono finalizzati ad acquisire notizie sulla capacità ricettiva, sui soggetti che utilizzano il posto barca e sugli operatori che agiscono, a vario titolo, nell'ambito del porto, alla ricerca di situazioni ad alto rischio di evasione. per sfuggire alle maglie del fisco che piace anche alle associazioni sportive. A La Spezia, per esempio, un club abbinava all'attività del gioco del calcio quella del rimessaggio di barche, affittando spazi a clienti non soci. L'amo dei controlli fiscali è stato lanciato anche sugli stabilimenti balneari. Caso emblematico quello individuato sulla costa campana, nel litorale domizio, dove il gestore di un lido dichiarava più incassi in autunno che in estate. Uno spazio di rilievo è riservato ai controlli sulle attività alberghiere e di ristorazione. A Napoli, per esempio, gli uomini dell'Agenzia hanno passato ai raggi X pizzerie e gelaterie e scovato un hotel all black, che affittava camere senza mai emettere fatture nè ricevute. Sotto torchio anche ke discoteche di Veneto, Lazio e della Romagna.