Libera uscita da Telecom
Un accordo che farà scuola nelle future relazioni industriali italiane quello che è stato sancito nella notte tra martedì e mercoledì tra i sindacati e la Telecom Italia e i sindacati. Dopo un lungo negoziato, duratooltre venti ore, le parti hanno trovato un'intesa che accontenta tutti. E che farà da pilota per le prossime prevedibili ristrutturazioni aziendali. Dalla società telefonica usciranno 3.900 lavoratori e solo su base volontaria. Niente esodi di massa e forzati. Nel piano originario erano previste infatti 6.800 uscite nell'arco di un triennio. Nessuno verrà licenziato unilateralmente così come sembrava all'inizio. I 3.900, tutti in vista della pensione, saranno invitati a lasciare l'azienda da qui alla fine del 2012. A loro tra contributi statali e integrazioni dell'azienda sarà garantito il 90% del salario. L'accordo prevede poi una sorta di rete d'emergenza per i lavoratori meno tutelati, fatta di corsi di formazione per la ricollocazione professionale all'interno dell'azienda e di contratti di solidarietà: ne beneficeranno 1.100 lavoratori non coperti da ammortizzatori sociali, 450 dipendenti della controllata Ssc e 470 addetti del servizio di informazioni abbonati 1254, che si trovano già in queste condizioni e che usufruiranno di un rinnovo di due anni. È infine prevista la possibilità di riallocare i 40 lavoratori ex Tils nel gruppo. Nell'arco del triennio, inoltre, Telecom si impegna a non effettuare societarizzazioni o esternalizzazioni per le attività di Customer Operations, e nemmeno l'esternalizzazione di attività informatiche o di staff, comprese HR Services e SSC (cioè per il settore delle risorse umane e dell'informatica). «L'accordo è un segnale di maturità da tutte le parti: sindacato, azienda e governo», ha commentato con soddisfazione il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, che con Maurizio Sacconi era subito sceso in campo con la convocazione del tavolo all'indomani dell'invio delle prime lettere di licenziamento. E anche il ministro del Lavoro ha parlato di «buona notizia, anche perché solo poche settimane fa c'era un quadro diverso con licenziamenti unilaterali». In una fase storica in cui non si contano gli accordi separati, quello su Telecom vede invece la firma di tutte le sigle. E proprio la forza dell'unità sembra essere stato l'elemento vincente: secondo la Cgil, infatti, «la forte tenuta unitaria del sindacato è stata fondamentale per il risultato raggiunto», mentre la Cisl parla di «grande conquista del sindacato». A giudizio della Uil l'intesa segna il ritorno a un «buon sistema di relazioni industriali» e l'Ugl parla di «accordo che rimette al centro il lavoratore». Per l'azienda, infine, l'ad Franco Bernabè ha dichiarato che «la firma di questo accordo, che realizza interamente i nostri obiettivi di efficienza previsti nel Piano, garantisce il rispetto e la tutela dei lavoratori». Positiva anche la reazione della Borsa (+1,84% a 1,05 euro), che intanto guarda anche al cda di oggi con i conti del semestre: secondo gli analisti il gruppo telefonico archivierà ricavi per oltre 13 miliardi (-5%) e un utile netto pari a 1,1 miliardi (+14%).