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AdR smette di investire e chiede tariffe più alte

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.Il mancato aumento della tariffa sui diritti d'approdo a tre euro ha spinto ieri la società di gestione a rivedere il piano di sviluppo dello scalo. «Il perdurare di una situazione di intercertezza sul quadro tariffario aggiunta alla mancata attuazione della legge che prevede un'anticipazione tariffaria di tre euro - scrive Adr - è causa del drastico ridimensionamento degli investimenti che il consiglio d'amministrazione ha deciso, pur nel rispetto degli interventi di manutenzione per garantire la massima funzionalità delle infrastrutture aeroportuali». La notizia è arrivata insieme all'approvazione della Semestrale, che registra un incremento del 4,3% del traffico passeggeri a Roma rispetto allo stesso periodo del 2009. E con una buona performance di Fiumicino (+5,3%) e una lieve flessione di Ciampino (-6,7%). Con 18,9 milioni di viaggiatori transitati tra gennaio e giugno, il Leonardo da Vinci «conferma valori di crescita superiori all'andamento dei principali scali europei». Ma il futuro è incerto. La contrazione degli investimenti «si rende indispensabile per salvaguardare gli equilibri finanziari dell'azienda stessa, cui recentemente agenzie internazionali hanno modificato l'outlook da «stable» a «negative» proprio in relazione all'incertezza riguardo il quadro tariffario e alla situazione debitoria». Nonostante l'indebitamento finanziario sia stato, ridotto rispetto al 31 dicembre 2009 passando da 1.320,2 a 1.278,1 milioni di euro, il valore della produzione sia cresciuto del 7,9%, i ricavi abbiano raggiunto quota 281,6 milioni e l'utile sia stato di 5,1 milioni. Fino ad oggi AdR aveva investito «esclusivamente con risorse proprie». Ma per costruire Fiumicino Due, il nuovo terminal, altre due piste e strutture per accogliere 60 milioni di passeggeri nel 2020 e 100 milioni nel 2040, occorrono più di 3 miliardi euro soltanto per i primi dieci anni. Che Adr contava di recuperare attraverso l'incremento delle tariffe. L'azienda giura, comunque, di continuare «a lavorare intensamente al piano per il consolidamento infrastrutturale di Fiumicino entro il 2020 e per lo sviluppo nelle aree a nord». Ma c'è da risolvere anche la questione del contratto di programma che, precisa AdR, «non viene aggiornato da ormai dieci anni» e per questo prosegue il confronto con l'Enac «per la stipula di un nuovo accordo di programma che consenta di avviare e sostenere gli investimenti».

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