Eni fa utili per 4 miliardi Cedola in pista

.Confermanda la tendenza già evidenziata nel primo trimestre a chiusura del semestre Eni porta l'utile a quota 4,05 miliardi di euro con un salto in avanti del 47,9%. Bene anche la produzione, nel secondo trimestre, pari a 1,758 milioni di barili al giorno, «sostenuta dalla crescita organica registrata in particolare in Nigeria e Congo», come ha spiegato il gruppo che prevede livelli di produzione nel 2010 in linea con il 2009. I risultati comunque in linea con le stime non infiammano il titolo che ha perso a Milano lo 0,63% a 15,74 euro. Eni però può confermare l'acconto del dividendo a 0,5 euro ad azione, sullo stesso livello del 2009, quando la cedola complessivamente versata è stata poi pari a un euro. Si tratta, secondo l'amministratore delegato Paolo Scaroni (nella foto), di «solidi risultati operativi e finanziari in un contesto di mercato ancora difficile, soprattutto per il mercato del gas». Parole positive soprattutto per il settore dell'Exploration & Production, dove «stiamo raggiungendo tutti gli obiettivi che ci siamo posti». Scaroni ha poi spiegato che, per migliorare la leva finanziaria, sono in cantiere cessioni per 3 miliardi di euro entro la fine dell'anno: fra queste rientra anche quella del gasdotto Tag, legata alla decisione dell'Antitrust Ue e anch'essa attesa entro la fine del 2010. Sul fronte acquisizioni, invece, Eni guarda da lontano la questione Bp, che ha annunciato cessioni per 30 miliardi di dollari per far fronte alle spese collegate alla marea nera. Il gruppo italiano, ha spiegato il direttore generale E&P, Claudio Descalzi, è interessato esclusivamente agli asset detenuti in comune con Bp, situati in Egitto e Indonesia, mentre non ha alcun interesse per altre attività. Sempre ieri Eni ha annunciato l'avvio della produzione del giacimento Arcadia in Egitto, scoperto solo 45 giorni fa. Un ulteriore tassello delle relazioni col paese mediterraneo, con il quale ieri ha siglato un accordo di collaborazione ad ampio spettro.