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Per la ripresa serve il ritorno della fiducia

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Bancheitaliane ok. È una buona notizia. L'altra che preoccupa è l'indicazione di Bankitalia. I consumi diminuiscono e le famiglie italiane si indebitano risparmiando meno. Non ci aspettavamo questa tendenza perché in precedenza al calo dei consumi, corrispondeva l'aumento del risparmio. Ciò significa che ancora non è tornata totalmente la fiducia nei nostri concittadini. La gente ha capito che bisogna fare sacrifici e si rende conto che il debito dello Stato non è una variabile indipendente. Per troppo tempo pressioni corporativistiche hanno indotto lo Stato a distribuire risorse a pioggia. Il debito dello Stato tra l'altro serve per investimenti in infrastrutture necessarie a iniziative economiche che creano posti di lavoro. Si consuma e si risparmia. La globalizzazione ha unito le genti ma ha causato una instabilità finanziaria nella economia mondiale. Non vi è dubbio che il mercato vada regolato. Il concetto di economia dirigistica è tramontato, quello di mercato non può prescindere da una economia sociale. Senza incrementare debito pubblico e privato. Dobbiamo singolarmente meritarci il ritorno alla fiducia che permetta il ritorno alla voglia di fare. Non apatia criminale per arricchimento dei furbi. Smettiamola di beccarci come i polli di Lorenzo. Il patriottismo economico non è retorica è vista lunga, non miopia di chi vuole arraffare tutto e subito, pensando che le generazioni future non votano.

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