Incontro Marcegaglia-Marchionne "Troveremo a breve una soluzione"
"Cerchiamo di trovare una soluzione con Emma, credo sia la cosa più salutare per il Paese. Se non ci arriviamo c'è sempre il piano B". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dopo l'incontro con il presidente di Confindustria. Anche Emma Marcegaglia ha dichiarato che: "Con Marchionne c'è l'impegno a trovare una soluzione comune" che non preveda l'uscita di Fiat da Confindustria. "Abbiamo definito insieme un impegno a trovare nel più breve tempo possibile una strada affinchè Fiat possa nel miglior modo possibile implementare gli obiettivi di produttività e competitività, quindi l'accordo di Pomigliano, restando all'interno di Confindustria". Secondo la leader degli Industriali c'è "l'impegno reciproco a trovare la strada nel più breve tempo possibile. Abbiamo già individuato alcuni elementi su cui lavorare e l'idea è di lavorare insieme". Marcegaglia ha proseguito spiegando che "c'è un impegno forte anche perchè noi condividiamo l'obiettivo di Fiat di una maggiore competitività e produttività che è un obiettivo anche di tutto il sistema industriale italiano. C'è un impegno anche nostro - ha concluso - perchè vogliamo portare avanti insieme a Fiat questo processo di cambiamento che è inevitabile nella situazione economica in cui siamo". LA GIORNATA - Un ultimatum: dire sì o no perchè senza un sì convinto ci saranno meno investimenti nel nostro Paese. Lo ha lanciato l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ai sindacati nel corso del tavolo che si è svolto oggi a Torino sul futuro degli investimenti del Lingotto dopo la decisione dell'azienda di trasferire la produzione della monovolume in Serbia. Un trasferimento che, chiarisce Marchionne, "non toglie prospettive a Mirafiori: per la gamma alta esistono altre alternative". Il numero uno di Fiat ha confermato il piano "Fabbrica Italia" ma in cambio ha chiesto certezze sulla gestione e il funzionamento degli impianti. E sulle voci di una disdetta del contratto nazionale per Pomigliano l'ad ha spiegato che "e' una strada praticale". Il ministro del Welfare Sacconi ha annunciato che partiranno ora tavoli bilaterali azienda per azienda sull'attuazione del progetto "Fabbrica Italia", il 15 settembre si parlera' di Termini Imerese. Sacconi però avverte: " Sarebbero inopportuni atti unilaterali". "C'è solo una cosa su cui è necessario pronunciarsi - ha detto Marchionne al tavolo -.E' di decidere se avere una forte industria dell'auto in Italia oppure lasciare questa prerogativa ad altri paesi. Non servono fiumi di parole per questo. Ci sono solo due parole che, al punto in cui siamo, richiedono di essere pronunciate. Una è si, l'altra è no". Marchionne ha poi precisato: "Se in Italia non è possibile contare sul fatto che chi assume un impegno lo porta avanti fino in fondo dovremo andare altrove. Non ci sono alternative. Chi interpreta questa come una minaccia non ha la minima idea di che cosa significhi competere sul mercato". LA POSIZIONE DEI SINDACATI - La Cisl dice sì all'ultimatum dell'ad di Fiat: "Noi diciamo a Marchionne che per quanto riguarda la Cisl la risposta è sì senza se e senza ma. E questo vale anche per l'accordo con Pomigliano - afferma il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni - ma vogliamo che Marchionne faccia chiarezza che le modalità di investimento rimarranno nel perimetro delle regole del nuovo sistema contrattuale che abbiamo costruito". Per il leader della Uil Luigi Angeletti non ci sono più alibi o scuse: "Abbiamo bisogno di vedere riconfermato l'impegno ad incrementare gli stabilimenti italiani: la Fiat ci dica quali sono le condizioni per cui questo progetto si implementi sicuramente". Il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani precisa che "nessuno vuole una conflittualità permanente. Serve lavorare insieme" per investire in Italia "senza carri armati riprendendo il confronto e gestendo l'eventuale dissenso". Nel pomeriggio Marchionne ha incontrato la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "Con Marchionne - ha detto- Marcegaglia - c'è l'impegno a trovare una soluzione comune" che non preveda l'uscita di Fiat da Confindustria.