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Il tassinaro ha un'idea Quotarsi a Piazza Affari

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Fuori dalla Capitale lo ricordano come il «falco» dei tassisti romani che riuscì a portare più di seimila auto nel centro di Roma contro la liberalizzazione delle licenze proposta da Veltroni. Loreno Bittarelli è da anni presidente del 3570, la più grande cooperativa d'Europa che eroga servizi fondamentali a ciascuno degli iscritti. La centrale operativa è in una villetta in zona Aurelio, fuori dal Raccordo. Con 3.500 vetture, 9.000.000 chiamate che arrivano al centralino nell'arco delle 24 ore di cui 30.000 da turisti stranieri, la cooperativa è diventata una potenza. E il «falco» sta pensando di volare su Piazza Affari. A tirare fuori il progetto riservato sulla possibile quotazione in Borsa della 3570 entro il 2011 è stato il sito Affaritaliani.it. Ma il leader dei tassisti romani non vuole sbilanciarsi e preferisce affrontare il nodo delle tariffe su cui si è discusso in Consiglio Comunale proprio nei giorni scorsi. Lanciando alcuni messaggi al sindaco Alemanno. Ma allora presidente è vero o no che andate in Borsa? «L'ipotesi di quotazione è da considerarsi soltanto una delle tante possibilità allo studio per migliorare ulteriormente la qualità del servizio, apportando maggiori benefici sia ai soci che all'utenza. Andare sul mercato significherebbe avere un maggiore stimolo a fare sempre meglio: più la società è efficiente più gli investitori scommetterebbero sul titolo garantendoci anche le risorse necessarie a implementare l'innovazione tecnologica».   Il primo passo potrebbe essere la trasformazione da cooperativa in spa? «La stessa trasformazione in spa è una delle ipotesi. Magari si potrebbe quotare in Borsa un 40% della 3570 lasciando però il controllo nelle mani dei soci. Ma, ripeto, si tratta soltanto di ipotesi». Dal 31 ottobre taxi più cari in città, e nel 2012 le tariffe saranno riviste. Sono solo due, forse, i principali risultati emersi dopo le oltre sette ore di votazioni che ci sono state il 12 luglio in consiglio comunale. Siete soddisfatti? «Siamo soddisfatti perché c'è stato riconosciuto un adeguamento. Ma nel merito della struttura tariffaria restano alcune perplessità: nonostante le correzioni c'è un incremento troppo rilevante, circa il 55%, nei primi 5 chilometri di percorrenza e questo rende debole la delibera dal punto di vista giuridico. Volevamo un adeguamento, non spennare i clienti. L'altra critica riguarda lo sconto del 50% sulle corse verso l'ospedale Bambin Gesù. Le politiche sociali non possono gravare sui costi di una categoria come quella dei tassisti tanto più se parliamo di percentuali così eccessive che ci fanno rimettere anche i costi della benzina. Si potevano studiare soluzioni diverse». Ovvero? «Ad esempio non prevedere una tariffa speciale solo per un ospedale, punto facilmente attaccabile per eventuali ricorsi. Sarebbe allora stato meglio uno sconto del 15-20% sulle corse verso tutti gli ospedali pediatrici all'interno del raccordo anulare». Nell'aula Giulio Cesare non si è invece parlato di ricevute. Per il sindaco i tassisti non saranno obbligati a dotarsi di un apparecchio automatico o a modificare i tassametri. «Si tratta di dotarsi di uno strumento cartaceo che però sia di chiara garanzia per il consumatore», ha detto Alemanno. Cosa ne pensa la categoria? «Non ci è piaciuto il metodo e mi riferisco alla dubbia legittimità del regolamento comunale che deve avere un parere della commissione consultiva prima di prendere simili provvedimenti. E questo non è stato fatto. Il sindaco Alemanno si è comunque impegnato a procedere con uno studio di fattibilità e a chiedere il parere della commissione. Vediamo cosa succede». A far discutere è anche la tariffa fissa per le corse dei taxi Fiumicino-Roma. Proprio in questi giorni si stanno muovendo le associazioni dei consumatori chiedendo al Campidoglio di abolirla eliminando anche la differenza fra i 60 euro dei tassisti del Comune di Fiumicino e i 40 di quelli con licenza del Comune di Roma. Come risponde? «Al centro delle polemiche c'è il problema che noi tassisti del Comune di Roma possiamo portare i clienti a Fiumicino e caricarne altri in aeroporto per tornare verso la Capitale mentre i colleghi del Comune di Fiumicino possono venire a Roma ma devono tornare indietro scarichi. C'era un possibile accordo con Fiumicino e i tassisti erano disposti a scendere fino a 48 euro per unificare le tariffe. Qui a Roma si è invece preferito, con una mediazione fatta dal sindaco, che noi rispettiamo ma non condividiamo, scegliere per 45 euro più i bagagli. Credo che come soluzione sia poco trasparente per gli utenti perché lascia spazio a svariate interpretazioni e alla fine si potrebbero anche superare i 48 euro».   Tutte le categorie economiche fanno i conti con la crisi, quale è la vostra stima dei «danni»? «La sentiamo, colpa del prezzo della benzina ma anche della batosta delle assicurazioni che sono aumentate del 60% negli ultimi 7-8 anni. A Roma i tassisti sono poi stati ulteriormente penalizzati per l'eccessivo numero di licenza rilasciate. Il colpo l'abbiamo quindi sentito, parliamo di cali compresi fra il 30 e 40% ma stiamo notando qualche timido segnale di ripresa. Speriamo che a settembre si possa ripartire».  

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