Dare spazio ai giovani è la medicina migliore per vincere la crisi

Siè confuso il concetto di costo- investimento. L'uomo doveva lasciare il posto ai computers. La democrazia economica diventava oligarchica. Chi aveva demonizzato il lavoro umano esaltando l'economia di carta, ora fa retromarcia, con arroganza aristocratica. Autorevoli commentatori ricordano il bel tempo andato rimpiangendo le icone passate e i vecchi imprenditori e i politici che tanto hanno dato. Questi stessi commentatori però si sono dimenticati delle formiche operose che hanno portato l'Italia ad essere una potenza mondiale del risparmio. C'è però una diffusa percezione. Incertezza, insicurezza e paura. Nel paradosso di una situazione che vede aumentare reddito e risparmio insieme alla diminuzione dei consumi. Manca l'investimento in responsabilità e in reputazione. Si esalta la furbizia, prodotto tossico. Non viene ricordata che la virtù alla lunga si trasforma in investimento. Non siamo così ingenui da cercare il paese delle meraviglie né seguire il filosofo Pangloss per il quale questo è il migliore dei mondi. Vanno combattuti gli interessi di parte accettando i sacrifici che ci toccano. Catone ripeteva che bisognava distruggere Cartagine. Ora si appellerebbe ai giovani, avvolti in un silenzio assordante. Non è vero che siete bamboccioni e che chi vi ha preceduto era meglio di voi. Stimolate intelligenza e fantasia in barba a quei cattedratici che sanno soltanto dare lezioni di aristocrazia nera e non idee propositive per il futuro.