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Gli italiani si scoprono stakanovisti

Industria

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Ma quali fannulloni! Gli italiani lavorano più dei giapponesi e degli americani. A smentire il luogo comune dell'Italia poco laboriosa è nientemeno che l'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (conta 31 paesi) che ieri ha sfornato alcuni dati sul mercato del lavoro. Nel 2009 in media le ore lavorate per occupato nel nostro Paese sono state 1.773, contro 1.714 del Giappone e 1.768 degli Stati Uniti. Il record assoluto sulle ore lavorate spetta curiosamente alla Grecia, un paese non certo rinomato per ritmi di lavoro serrati: eppure secondo l'Ocse vanta 2.119 ore l'anno per persona occupata. Ma a fronte di maggiori ore lavorate, le retribuzioni si attestano a livelli inferiori alle medie dell'Ocse. Nel dettaglio, in Italia in termini assoluti il livello medio del salario a orario pieno viene indicato a 39.789 dollari l'anno (31.400 euro) a fronte di una media Ocse di 47.015 dollari (37.100). In Germania 47.054 dollari. In Francia 49.631 dollari. Dati allarmanti per la disoccupazione. Nell'area Ocse è al massimo dal dopoguerra con 17 milioni di senza lavoro in più. I più colpiti sono i giovani sotto i 25 anni.un giovane su quattro (25,4%) oggi è senza lavoro, e quasi uno su due (44,4%) è precario. «La disoccupazione giovanile in Italia continua a crescere, e rischia di toccare presto il 30%, uno dei livelli più elevati tra i Paesi industrializzati» commenta il vicedirettore del centro di ricerca Ocse sull'Occupazione, Stefano Scarpetta. A livello generale, la crisi ha provocato una riduzione della quota di popolazione attiva in Italia di oltre un punto percentuale, al 57,3%, e un aumento del 2% del tasso di disoccupazione, arrivato all'8,7% a maggio 2010. L'impatto della crisi sul mondo del lavoro italiano è stato però attenuato dal ricorso alla cassa integrazione, che ha permesso di ridurre il calo dell'occupazione di circa 4 punti. «Ciò dimostra - commenta sempre Scarpetta - che la cig, e gli altri sussidi simili destinati a lavoratori che non ne avrebbero diritto perchè precari, hanno funzionato». Soddisfatto dei dati il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che apprezza in particolare il riconoscimento della «funzione positiva» degli ammortizzatori sociali.  

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