Ventisei pedaggi più cari
Più tasse e meno aiuti allo sviluppo. Si sviluppa su questo binario la manovra economica. A dispetto delle cifre dell'Istat che assegnano all'Italia un triste quinto posto tra i Paesi Ue per pressione fiscale, il governo continua a aumentare le imposte. Ecco quindi il rincaro dei pedaggi autostradali tra 1 e 2 euro per ben 26 tratte. Questa misura avrà un impatto diretto sulle tasche degli automobilisti e uno indiretto, per l'aumento dei costi di trasporto, su tutti i beni che viaggiano su gomma. A fronte quindi di questa nuova imposta, scompare la proroga della detassazione degli utili delle imprese reinvestiti, la cosiddetta Tremonti-ter che scade oggi. La spiegazione fornita dalla maggioranza è che per finanziare questa misura servirebbe 1 miliardo che non si sa dove trovare. Ma vediamo nel dettaglio il caro-pedaggi. Quanto costa - Da domani scattano due rincari dei pedaggi autostradali: il primo prevede una maggiorazione tariffaria forfettaria di 1 euro e 2 euro (rispettivamente per i veicoli leggeri e per quelli pesanti) ai caselli delle autostrade a pedaggio che si interconnettono con le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta Anas; il secondo prevede un aumento da 1 a 3 millesimi di euro per chilometro per le classi di pedaggio A e B e le classi 3, 4 e 5, su tutte le autostrade d'Italia. L'Anas spiega che le entrate derivanti da questi aumenti andranno a ridurre quanto dovuto annualmente dallo Stato all'Anas come «corrispettivo di servizio per la gestione e la manutenzione della rete stradale nazionale». Quali tratte - Il nuovo pedaggio riguarda 26 tratte gestite dall'Anas e che finora erano percorribili gratuitamente. L'Anas ha precisato che la maggiorazione tariffaria sarà applicata ai caselli delle autostrade a pedaggio che si interconnettono con le autostrade e i raccordi autostradali in gestione diretta Ana. Gli aumenti interessano tutte le tratte autostradali e non solo per chi uscirà dai caselli che si affacciano su superstrade e raccordi Anas. Le tariffe saranno applicate sulla maggiori arterie che arrivano alla Capitale, a partire dalle autostrade (Roma nord, Roma sud, Roma est e Roma Ovest). I pedaggi riguardano anche le tratte di: Fiano Romano, Lunghezza, Settecamini, Ponte di Nona. Ticket anche per percorrere la Maccarese Fregene, Nocera (A3), Cava dè Tirreni (A3), San Gregorio (A18), Buonfornello (A20), Mercato S. Severino (A30), Avellino Est (A16), Firenze-Certosa (A1), Valdichiana (A1), Ferrara Sud (A13), Benevento (A16), Falchera (A55), Bruere (A55), Settimo Torinese (A55), San Benedetto del Tronto (A14), Chieti-Pescara (A25), Pescara Ovest Chieti (A14), Lisert (A4). Non saranno soggetti a pedaggio il Grande raccordo anulare di Roma, come ha precisato lo stesso sindaco Alemanno, e la Roma-Fiumicino. «La maggiorazione tariffaria - spiega l'Anas - non potrà comunque comportare un incremento superiore al 25% del pedaggio altrimenti dovuto». Due tappe - Nella relazione tecnica alla manovra si legge che i pedaggi saranno applicati in due fasi: una prima fase transitoria, a partire dal 1° luglio 2010 e fino al 31 dicembre 2011, in cui verrà applicato un sovrapprezzo forfetario (1 euro per i veicoli leggeri e di 2 euro per i veicoli pesanti) ad ogni transito ai caselli della autostrade in concessione che si interconnettono con le tratte autostradali gestite da Anas; la seconda fase con l'introduzione del sistema di pedaggiamento a regime sarà «adottata al più tardi a partire dal 1° gennaio 2012» e prevede il pedaggiamento diretto attraverso il sistema «free flow» (a flusso libero) al posto dei tradizionali caselli. Si tratta di un pagamento tipo telepass con porte dedicate al pagamento elettronico senza la necessità di fermarsi. Le maggiori entrate per l'Anas saranno pari a 83milioni nel 2010 e a circa 200 milioni nel 2011, mentre con il sistema di pedaggiamento «free flow» a regime in 315 milioni annui. Le reazioni - Alla rassicurazione di Alemanno si è aggiunta quella del presidente della Regione Lazio, Renata Polverini: «Il pedaggio sul Gra sarebbe un inaccettabile balzello a carico dei cittadini, un'eventualità alla quale non possiamo che dirci contrari». Secondo le associazioni dei consumatori, gli aumenti autostradali dovrebbero essere in media dell'1,5% ma potrebbero toccare punte del 5%.