Tasse, Italia verso il primato
L'Italia scala la triste classifica delle tasse collocandosi al quinto posto nella Ue. In base ai dati dell'Istat dal 2008 al 2009 la pressione delle imposte è salita al 43,2%. Per trovare un dato peggiore bisogna tornare al 1997. Altro primato è quello della spesa pubblica schizzata al 52,5% del Pil. Ora il governo non può più tirarsi indietro. Il taglio delle imposte, prima annunciato dal governo Berlusconi e poi rinviato a causa della crisi, è diventato un tema ineludibile. I dati diffusi ieri dall'Istat sui conti pubblici nel 2009 sono allarmanti. L'Italia dal 2008 al 2009 ha scalato due posizioni nella classifica Ue, collocandosi al quinto posto tra i 27 Paesi dell'Unione per il peso delle imposte. La pressione del fisco sul pil, ovvero l'incidenza del fisco sulla ricchezza del Paese, è schizzato al 43,2% dal 42,9% del 2008. Bisogna tornare al 1997, quando fu introdotta l'Eurotassa, per trovare un livello più alto. Indubbiamente pesa il calo del pil, a causa della crisi, maggiore della diminuzione delle entrate. L'Istituto di statistica sottolinea che le imposte straordinarie sono cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi. Fra questi rientrano i prelievi che operano in base al cosiddetto scudo fiscale per un importo di circa 5 miliardi. L'Italia si colloca allo stesso livello della Francia dopo Danimarca, Svezia, Belgio e Austria. Tutti Paesi che comunque a fronte di un fisco esoso hanno una qualità di servizi superiore e una efficienza della pubblica amministrazione maggiore. Tant'è che l'Istat spiega che nei Paesi scandinavi «sistemi di welfare più evoluti hanno richiesto un maggiore ricorso alla fiscalità generale». Mentre sale la pressione fiscale, la maggior parte delle voci del prelievo sono risultate in calo: le imposte indirette del 4,2% (dopo essere diminuite già del 4,9 nel 2008), le imposte dirette del 7,1% e i contributi sociali effettivi dello 0,5%. La flessione delle imposte dirette è dovuta essenzialmente al calo del gettito Ires (-23,1%) rispetto al 2008, mentre quella delle imposte indirette ha risentito delle significative diminuzioni del gettito dell'Iva (-6,7%) e dell'Irap (-13%). In aggiunta ai dati dell'Istat ieri sono arrivati quelli non meno allarmanti di Eurostat che assegnano all'Italia un altro triste primato; quello di Paese Ue dove è più alto il carico fiscale sul lavoro. Il peso delle imposte (inteso come imposte più i contributi sociali) sui redditi da lavoro è al 42,8% seguita dal 42,6% del Belgio, dal 42,4% dell'Ungheria e dal 42,1% della Svezia. Dai dati Istat emerge un dato negativo anche per la spesa pubblica che nel 2009 ha sfiorato gli 800 miliardi, ben il 52,5% del pil. Risulta così in crescita, in rapporto al prodotto interno lordo, per il terzo anno consecutivo. Per tornare ad un peso tale sull'economia, oltre la metà della ricchezza prodotta in Italia, bisogna risalire al 1996 quando il rapporto spesa-Pil era al 52,6%. Come in tutta Europa nel 2009 hanno pesato i costi anti-crisi, soprattutto degli ammortizzatori sociali.