Silvio toglie i lacci alle imprese

Una legge per la libertà d'impresa. La legge Berlusconi. Verrà presentata a metà luglio ma il governo è già pronto a discutere «con tutti». Prima di salire su un aereo che lo porterà al G8 in Canada il Cavaliere registra un nuovo messaggio audio, ormai il suo strumento di comunicazione, che va on line sul sito del Pdl. E quella del premier non sembra una novità solo di merito ma anche di metodo. Annuncia il Capo del governo: «Intendo portare al Consiglio dei ministri entro la metà di luglio il disegno di legge sulla liberalizzazione delle imprese che qualche ministro, bontà sua, ha chiamato "legge Berlusconi". Tre i punti della nuova legge. Berlusconi elenca il primo: «Avviare una nuova impresa o un nuovo stabilimento con una semplice comunicazione allo sportello unico che ogni Comune deve mettere in campo: questa semplice comunicazione di inizio attività sostituirà la richiesta "di permessi, di autorizzazioni, di concessioni, di licenze": che sono, tutte queste cose, un linguaggio da Stato totalitario, da Stato padrone che concepisce i suoi cittadini come sudditi». Secondo punto: «Pubblicare nel sito internet del ministero dello sviluppo economico e delle Camere di commercio le regole per ogni settore di impresa, tenendo conto anche della dimensione dell'impresa, in modo che chi avvia un'attività sappia prima con certezza cosa deve fare», aggiunge il premier. Che illustra anche il terzo punto: «Intendiamo mettere fine a quella processione delle autorità che vengono a controllare in momenti diversi e chiedono modifiche diverse: vogliamo invece passare a una “verifica unica”, ex post, con un'amministrazione capofila che entro X mesi, diciamo due mesi, – se ci sono difformità rispetto alle regole pubblicate e senza che possano avanzarsi nuove richieste – concordi con l'imprenditore che cosa fare, come farlo e in che tempi farlo». Infine il premier sottolinea che quella che vuole compiere è una rivoluzione liberale. E forse anche per questo spalanca le porte a tutti: «Spero che questo nostro disegno di legge possa trovare una positiva accoglienza da parte di tutte le forze politiche e sociali. Confermo la nostra disponibilità, come è logico, ad accogliere suggerimenti e indicazioni». Infine, l'appello conclusivo: «Abbiamo davanti l'opportunità di realizzare un'autentica rivoluzione di libertà: vediamo di non sprecarla! Io ci conto, ci dobbiamo contare tutti insieme!».